Crisi di governo/1.
Epilogo della seconda Repubblica.

da TuttoscuolaNEWS, 324, 28.1.2008

 

Anche l'esperienza del  secondo  governo  Prodi,  dopo  la  precedente sviluppatasi nel biennio 1996-1998, si è conclusa traumaticamente.  E anche  questa  volta  non  tanto  per  l'iniziativa   dell'opposizione parlamentare quanto per i contrasti all'interno della maggioranza.

È vero che al Senato la coalizione uscita vincitrice  dalle  elezioni del  2006  aveva  una  maggioranza  risicata,  spesso  salvatasi   per l'apporto dei senatori a vita (non eletti), ma la  ragione  principale della sua debolezza stava con ogni evidenza  nell'eterogeneità  delle forze politiche che la componevano.

Ancora una volta si è dimostrato che la carta della  bipolarizzazione del sistema politico, con la quale la cosiddetta seconda Repubblica ha cercato di rimediare alle fragilità e all'indecisionismo della  prima Repubblica, non è di per sé sufficiente ad assicurare un sufficiente livello di compattezza politica e di governabilità.

Anche la coalizione di centro-destra, al governo dal 2001 al 2006,  è stata caratterizzata dai conflitti  interni,  dalle  impazienze  della Lega agli strappi dell'UDC, e lo si  è  visto  anche  nella  politica scolastica, con le ripetute incursioni di AN sulla riforma Moratti.

Tutto ciò ha reso asfittica e contraddittoria  l'azione  di  governo, come d'altra parte  si  è  visto  anche  nella  corrente  legislatura "scolastica", malgrado l'abilità politica e il pragmatismo mostrati dal ministro Fioroni in  più  occasioni:  i  problemi  di  fondo  (la qualità del servizio  pubblico,  i  livelli  di  apprendimento  degli allievi, il merito e la carriera degli insegnanti, una vera e profonda riforma degli ordinamenti) nei primi 20 mesi di  azione  nel  contesto descritto non hanno trovato soluzione (ma va ricordato che l'orizzonte temporale del programma era quinquennale).