I presidi: "Gli alunni poco preparati dalle elementari"

Alle scuole medie uno su due
deve fare i corsi di recupero.

Il provveditore
"Lo facciamo per evitare che poi vadano allo sbaraglio alle superiori"

Franco Vanni, la Repubblica ed. di Milano del 26.2.2008

 

In 50 scuole medie di Milano e provincia esplode il caso corsi di recupero. Uno studente su due ha difficoltà in matematica o in italiano tali da richiedere i corsi supplementari. Ragazzini stranieri che si trovano a dovere imparare la lingua per la prima volta, ma anche bambini usciti dalle elementari impreparati, o semplicemente troppo pigri e distratti per studiare già dal primo quadrimestre.

Ieri è scaduto il termine entro cui le scuole medie potevano chiedere al Provveditorato finanziamenti per corsi di recupero nelle prime classi. Lo ha fatto un quinto delle 250 scuole della provincia, istituti a cui andranno i 270mila euro finanziati a dicembre dal ministero dell'Istruzione per progetti di sostegno ai ragazzini in matematica e lettere. Scorrendo le richieste di finanziamento, che viene erogato quest'anno per la prima volta, emerge un quadro allarmante. Per farsi un'idea: alla scuola Verga di via Asturie, in zona Bicocca, su 91 iscritti in prima già 48 fanno corsi pomeridiani; alle medie di via Thomas Mann, su 35 fanno recupero in 22; alla Gianni Rodari di Desio per aiutare gli studenti di prima impreparati (42 su 108) è prevista la "Brianza Summer School", due settimane di lezioni fra il 30 giugno e il 15 luglio «che serviranno - spiega il preside Gianni Trezzi - a colmare lacune che gli studenti si portano dietro fin dalle elementari». Alla Verga - dove il 52% dei ragazzi di prima è iscritto al recupero - i corsi si svolgono invece durante l'anno, e prevedono cicli pomeridiani di 30 ore per ciascuna delle due materie critiche. Laura Panzera, vicepreside, avverte: «Anno dopo anno gli studenti arrivano alle medie meno preparati, e il rischio per noi è quello di mandarli poi allo sbaraglio alle superiori, con il rischio della dispersione scolastica. Per questo abbiamo deciso di intervenire in maniera decisa».

Per Annamaria Dominici, direttore scolastico regionale, «lo stanziamento di fondi ha lo scopo di evitare che gli studenti arrivino a 15 anni impreparati, come indica il rapporto Ocse 2006. Il fatto che i corsi siano rivolti ai ragazzini di prima va in questa direzione: prevenire è la cosa migliore». Perché allora non iniziare i corsi già alle elementari? «Per il momento non è previsto - dice Dominici - ma è un'ipotesi da valutare».

Per Paola Tieri, la dirigente del Provveditorato che sta raccogliendo le richieste delle scuole a livello provinciale, il problema della scarsa preparazione degli studenti alle medie dipende da un «effetto di mascheramento»: essendo pochi i bocciati si ha l'impressione che tutto vada bene. L'anno scorso, fra Lombardia e Piemonte, in terza media è stato respinto appena il 2.4% degli studenti.

Pierantonio Meroni, vicepreside alle medie Giuliani di Cinisello Balsamo, i corsi li ha attivati, ma solo per i soli casi di insufficienze gravi. E invita a non drammatizzare. «La quota del 50% di studenti con qualche difficoltà è fisiologica, bastano uno studente su tre con problemi in matematica, come è normale, e cinque stranieri per classe con difficoltà in italiano e la percentuale è raggiunta. Ma con il lavoro quotidiano si possono raggiungere risultati soddisfacenti». Anche alle centralissime medie Rossari Castiglioni in via Santo Spirito si valuta la possibilità di attivare corsi di recupero in matematica e lettere, «ma solo per i casi di assoluta necessità - precisa il vicepreside Stefano Valle - perché se dovessero seguirli tutti quelli che hanno qualche problema ci ritroveremmo la classe piena».