Ripartiamo dalla scuola.
da
Tuttoscuola, 18 febbraio 2008
"Ripartiamo dalla scuola" è il pressante invito
che l’editorialista del Corriere della Sera Francesco Giavazzi rivolge
alla classe politica nell’articolo di fondo del 15 febbraio.
Ormai immersi nella bagarre preelettorale, i partiti non sembrano
dedicare ai temi dell’educazione, almeno per ora, l’attenzione rivolta
a questa tematica in altre occasioni: nel 2001 lo slogan delle "tre i"
(inglese, internet, impresa) fu uno dei principali cavalli di
battaglia della campagna elettorale di Silvio Berlusconi, mentre nel
2006 la lotta contro la riforma Moratti fu uno dei temi dominanti del
programma elettorale dell’Ulivo.
Eppure negli ultimi anni la consapevolezza del ritardo accumulato
dall’Italia nel modernizzare e rendere più equo il proprio sistema
educativo sembrava cresciuta. L’esito delle indagini comparative
internazionali sui livelli di apprendimento, assai negativo per il
nostro Paese, ha trovato recentemente una certa eco nei media, anche
se non ha provocato quella specie di (salutare) psicodramma nazionale
che si è scatenato, per esempio, in Germania (ma anche altrove) dopo
la pubblicazione dei risultati delle prove OCSE-PISA somministrate in
una cinquantina di Paesi nel 2000, 2003, 2006.
Proprio all’esito dell’ultima tornata dell’indagine PISA, dedicata
prioritariamente alle scienze, fa riferimento Giavazzi nel suo
editoriale, che mette l’accento sulla "scarsa dimestichezza con il
metodo scientifico" dimostrata dagli studenti italiani. Che fare? La
ricetta che il professore milanese consiglia alla classe politica nel
suo insieme, a prescindere da chi vincerà le elezioni, non è quella di
fare "un’ennesima riforma", ma quella di "introdurre più concorrenza
tra le scuole", misurandone la qualità, rendendo noti tutti i dati,
compresi quelli longitudinali sul destino scolastico-professionale
degli allievi, e consentendo alle famiglie di scegliere.