L’appello di Fioroni:
basta con la furia riformatrice,
per la scuola un patto bipartisan.

di Alessandro Giuliani La Tecnica della Scuola del 29.2.2008.

Durante il convegno, tenutosi a Roma il 29 febbraio, presso l'Antica scuola dei Padri Scolopi, il Ministro non ha difeso la propria riforma (anche perché "di riforme non ne ho fatte", ha specificato), ma ha preferito rivolgersi alle forze politiche per avviare un "patto per l'istruzione: il cuore della scuola è l'educazione", ha spiegato, ma in Italia "esiste un'emergenza educativa".

La scuola ha bisogno di un patto bipartisan affinché chiunque vinca le prossime elezioni politiche metta al primo posto il tema dell'educazione: la proposta stavolta non giunge da associazioni o sindacati di categoria, ma direttamente dal Ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni.

Quello del Ministro è un vero e proprio appello ai colleghi politici, ma anche al buon senso: a dire il vero l’intervento, almeno con questi toni, non era previsto, anche perché sganciato dalla campagna elettorale alla quale lo stesso Fioroni farà parte nei prossimi 45 giorni.

L’occasione per dire basta alla "furia riformatrice che ha colpito la scuola italiana negli ultimi venti anni" e dare vita ad un impegno comune "su alcune questioni fondamentali" è stato il convegno tenuto del 29 febbraio 'Scuola insieme, un patto per l'educazione', svolto presso l'Antica scuola dei padri Scolopi a Roma.

Per Fioroni il valzer di gestioni degli ultimi quindici anni del dicastero dell’istruzione non è più tollerabile. "La scuola non può essere il terreno di battaglia delle opposte fazioni politiche, non può essere un perenne Colosseo", ha detto l’attuale responsabile di viale Trastevere, invocando così un patto che "non sia larghe intese né inciuci" su quattro punti fondamentali: "riportare serietà e merito, realizzare una vera autonomia delle scuole, completare la realizzazione della parità scolastica, ripensare un nuovo sistema di formazione, reclutamento e carriera dei docenti".

Secondo Fioroni i risultati della scuola italiana "sono sempre andati peggio" e per questo non "è pensabile continuare a dividersi per partito preso sul tema cardine intorno al quale il Paese dovrebbe unirsi per far ripartire l'economia, la ripresa e lo sviluppo, cioè l'educazione e la scuola".

Il Ministro non ha difeso la propria riforma (anche perchè "di riforme non ne ho fatte", ha specificato), ma ha preferito rivolgersi alle forze politiche per avviare un "patto per l'istruzione: il cuore della scuola è l'educazione", ha spiegato, ma in Italia "esiste un'emergenza educativa, da mettere al primo posto nell'agenda del nostro Paese, perchè ne va del futuro stesso della nostra società".

Fioroni ha poi ricordato che questo modello di alternanza ha portato l’istruzione italiana a perdere diverse posizioni tra i Paesi Ocse: "siamo passati dalla 20sima posizione del 2000 alla 33sima del 2006".

La colpa, certo, non è solo della scuola: per Fioroni le origini di questa emergenza educativa vanno ricercate anche nella "crisi della capacità stessa di un'intera generazione di educare i propri figli" e anche "nel silenzio dei padri che frantuma la certezza dei figli: senza un punto di riferimento chiaro e condiviso non si può educare".

E’ indispensabile però che le istituzioni si muovano si da subito "riconoscendo qualcosa di comune, ad iniziare da questo confronto elettorale: ci siano spazi per condividere sulla scuola alcuni punti cardine su cui orientare la nostra bussola, che troppe volte è girata".

La proposta di Fioroni giunge a pochi giorni di distanza da quelle, analoghe, fatte da diversi fronti impegnati in primi linea nella scuola: sindacati, associazioni, pedagogisti, esperti di educazione, ma anche dirigenti dello stesso Ministero della Pi, hanno chiesto, al pari di Fioroni, di introdurre una sorta di ‘protezione’ per il sistema scolastico: un sistema in grado di garantire continuità di crescita e non improvvisi cambi di rotta.

L'intervento del ministro Fioroni