Ehi, Prof!
LIFE LONG LEARNING.
da
DocentINclasse, 13.2.2008
Nel 2000 soltanto un occupato su quattro leggeva
un libro l’anno per ragioni di lavoro, un dirigente o libero
professionista su due e, addirittura, un ragazzo in cerca di
occupazione su dieci. Nel 2006 il loro numero è ulteriormente sceso:
la nuova classe dirigente considera superfluo il leggere per tenersi
al passo con le novità del proprio lavoro.
Neppure la speranza che si preparino su Internet è molto fondata,
perché c’è una correlazione stretta tra l’uso avanzato dei media
digitali e quello dei libri. L’ultima indagine in proposito, promossa
dall’Osservatorio permanete dei consumi digitali, rivela l’esistenza
di persone – perlopiù giovani e maschi – che usano molto le tecnologie
senza essere lettori, ma lo fanno per frequentare chat o scaricare
suonerie e non per l’accurata ricerca di fonti attendibili richiesta
dall’aggiornamento professionale.
Il Corriere, nel presentare la ricerca pubblicata in Tirature 2008
(edito dalla Fondazione Mondadori e il Saggiatore), si chiede:
“Possibile che nessuna scuola abbia insegnato alle nuove generazioni
il valore dei libri per aumentare la probabilità di trovare lavoro o
di crescere professionalmente se già occupate?” E’ una domanda che
dovremmo porci anche noi, credo, e non solo per quanto riguarda i l
libri o manuali professionali, anche perché i non – lettori di oggi, a
differenza di quelli del passato, si vantano di non leggere neanche un
libro l’anno.