Le vie del Signore sono infinite di Gianna Valente, Educazione & Scuola 30.12.2008 1 giugno 2009. Prima elementare. Scrivete bambini. Problema: La mamma va al supermercato per preparare il pranzo ai suoi bambini. Compra 2 euro di pane e pasta, 2 euro di carne e prosciutto e 2 euro di frutta e verdura. Quanto spende in tutto la mamma ? Tutti bambini di prima elementare esultano trionfanti è un problema col “più” : La mamma spende 6 euro. Benissimo, dice la maestra, ma il problema non è finito: Insieme a questa spesa la mamma ottiene in omaggio una confezione di camomilla Spirito santo, del valore di 2 Euro. Quanto spende in tutto la mamma ? E i più furbetti: “Maestra ma tu vuoi farci uno scherzo, il solito trucchetto dei dati inutili per confonderci. Sempre 6 euro spende la mamma”. Poveri figli, sono ancora piccoli, lasciamoli ancora in questa illusione che Gesù bambino porti i regali. 14 settembre 2009. Seconda elementare. Scrivete bambini. Problema: La mamma ha 2 euro e va a fare la spesa al supermercato per preparare il pranzo ai suoi bambini. Il pane e la pasta costano 2 euro, la carne e il prosciutto costano 2 euro e la frutta e la verdura costano 2 euro. Cosa può comprare la mamma per dare da mangiare ai suoi bambini? I bambini si guardano perplessi ... Deve essere un problema col “meno” ma qualcosa non torna ugualmente. Ma i più svegli cominciano ad intuire che non deve essere un problema di matematica, bensì di logica … come era quel discorso dei connettivi logici “e/o” ? Seduta stante si allestisce un supermercato e si “drammatizza” la situazione. Così Biancaneve, che fa la mamma, scopre che può comprare una sola pietanza per i suoi bambini, e, come vuole il suo nome, sceglie la mela. Ma uscendo dal supermercato in più si trova in mano la sua bella confezione di camomilla Spirito santo, del valore di 2 euro, che fa sempre bene, è zuccherina, eleva lo spirito, rasserena, e aiuta a mantenere la calma. Biancaneve, che ormai è in seconda e non è più tanto ingenua, guarda la mela in una mano e la camomilla nell’altra, poi nei suoi dolci occhi nocciola passa come un lampo: “ma scusa maestra, per quel discorso di “e/o” non posso prendere per i miei bambini un po’ di prosciutto invece della camomilla?” La maestra, con un groppo in gola, chiude lì il discorso, è troppo complicato spiegare che no, al massimo in alternativa alla camomilla Santo spirito può avere una confezione di digestivo effervescente, che però neanche quella è propriamente in omaggio, perché porta via comunque un pezzettino di mela. Si possono certo trovare soluzioni più salutari per nutrire i bambini di Biancaneve ma ne riparleremo quando faremo le frazioni. Non faccio più la maestra, e i miei problemi sono meno fantasiosi ma altrettanto concreti. Esco dal supermercato con due fantastici regolamenti nelle mani, studiati “al fine di assicurare migliori opportunità di apprendimento e di crescita educativa”. Dunque i giochi sono fatti, le carte in tavola sono scoperte, salvo qualche parere da raccattare qui e là. Adesso si può cominciare effettivamente a ragionare sul futuro. Perdonate però un ultimo, dolente saluto alla scuola elementare dei moduli che si sta spegnendo. La prognosi è definitiva, ha ancora 5 o 6 mesi di vita. Come si dice? A sì, sono sempre i migliori che se ne vanno. C’erano due caratteristiche vincenti che avevano portato la nostra scuola primaria nei primissimi posti nel mondo. La prima era la possibilità di sfruttare le competenze personali dei maestri (specializzazione), la seconda era la possibilità di avere due maestri in classe per il 10% dell’orario settimanale (compresenza). Della prima ho già abbondantemente parlato nell’articolo “Della maestra unica e trina”. Per gli approfondimenti rimando a quell’articolo che qui sintetizzo rozzamente: Per i nostri piccoli utenti ora c’è un professionista che fa il cuoco, uno che fa il meccanico ed uno che fa il sarto. E lo fanno bene. Dal prossimo anno, il Ministro dice che quello che aveva fatto sempre il meccanico, che aveva studiato e approfondito negli ultimi venti anni il mestiere di meccanico, dovrà anche fare da mangiare per tutti e provvedere a vestire i nostri bambini … Un bel salto di qualità! Mi dilungo di più sulla seconda caratteristica di cui non avevo ancora parlato. In un orario scolastico di 30 ore settimanali per tre ore (addirittura !) c’erano due maestre in una classe. Questa caratteristica è stata rozzamente sintetizzata dai nostri competenti responsabili politici come: è uno spreco avere 3 insegnanti in una sola classe… si pagano tre maestre per fare il lavoro di una sola … basta con le maestre multiple ecc. ecc. Permettete qualche precisazione: i docenti di scuola primaria, l’unica in Italia che funziona bene, anche se se sono laureati, sono pagati di meno dei colleghi degli altri ordini di scuola, che funzionano molto meno bene. In più i maestri svolgono un orario di 24 ore settimanali ( sempre intere, non è mai esistita l’ora di 50 minuti) mentre dalla scuola media in poi i professori sono pagati di più e per svolgere un orario, inferiore, di 18 ore settimanali. L’orario della nostra maestrina attualmente viene svolto per 22 ore in classe, e per due ore settimanali obbligatoriamente a scuola, a preparare il lavoro e i materiali per le lezioni settimanali, a coordinarsi con le colleghe di classe per organizzare un lavoro unitario, a concordare gli stili e le regole, a scambiarsi valutazioni e suggerimenti sui singoli alunni e talvolta a consultarsi con i loro genitori. Dunque su due classi di 30 ore (cioè 60 complessive) le 22+22+22 ore delle nostre tre maestre (cioè 66 complessive) finiscono per sovrapporsi, come è noto, per 6 ore a settimana, esattamente 3 ore a classe. Lasciatemi sottolineare per stupida pignoleria che la compresenza scaturisce dal fatto che i maestri lavorano più ore dei professori, se, come sarebbe più equo, avessero lo stesso stipendio e lo stesso orario, non ci sarebbe più questo scandalo delle compresenze e anche i maestri potrebbero andare scoordinatamente ognuno per proprio conto come talvolta succede negli altri ordini di scuola, dove in una sola classe ci sono minimo 9 docenti e non c’è compresenza semplicemente perché gli orari dei prof. sono inferiori di 6 ore rispetto a quelli delle maestre. Questa scandalosa compresenza di tre ore nella scuola elementare, quando non è impiegata per sostituire altri docenti assenti nella scuola[i], viene usata per le attività didattiche più complesse, nelle quali è utile la presenza di più persone, per esempio nelle uscite di studio sul territorio, ai musei, quando si portano le prime volte i bambini nei laboratori di informatica, per progetti speciali in cui i bambini hanno bisogno di un rapporto più personalizzato con i docenti ecc. Soprattutto vengono usate moltissimo per evitare che piccole lacune passeggere, per esempio di un bambino che non ha capito la tecnica della moltiplicazione a due cifre, si stratifichino in voragini incolmabili. Perciò una delle due maestre impegna il gruppo grande di bambini in attività di esercitazione o approfondimento, e l’altra maestra si occupa del gruppetto che deve recuperare, così da non lasciare indietro nessuno. In alcuni casi la compresenza di due docenti è veramente indispensabile, soprattutto quando ci sono in classe piccoli alunni disabili, che solo per un tempo limitato possono fruire dall’insegnate di sostegno. Almeno la metà del loro orario a scuola questi bambini sono semplicemente in classe insieme ai loro compagni, con una sola maestra. E anche nei casi più gravi, cioè quando hanno 22 ore di sostegno, per le altre otto ore di scuola sono soli insieme alla classe e non si può rischiare che la maestra, in caso di bisogno, abbandoni gli altri alunni o lasci a sé stesso un bimbo che sta male, perciò spesso gli orari di tutti i docenti si organizzano in modo da poter concentrare tutte le attività che si fanno in compresenza quando non c’è l’insegnante di sostegno, in modo che, in caso di bisogno, il bambino disabile possa essere assistito come necessario[ii]. Dunque grazie a queste due caratteristiche, la specializzazione e la compresenza di tre ore per classe, la nostra scuola elementare aveva raggiunto negli ultimi anni risultati enormemente lusinghieri, e non solo nei rilievi internazionali, ma riuscendo anche ad annullare il gap interno nazionale. Negli altri gradi scolastici infatti esiste una forte disomogeneità fra le varie zone del nostro paese, il Nord Est ottiene risultati scolastici molto superiori di quelli del Sud e delle isole, viceversa i risultati di qualità della scuola elementare sono omogenei su tutto il territorio nazionale, a dimostrare che queste sono davvero variabili significative in grado di compensare arretratezze e divaricazioni che riguardano tutti i settori della società italiana. Tutto questo fino al 5 giugno 2009. Dal primo settembre 2009 il salvifico intervento governativo intende definitivamente abolire questi sprechi intollerabili. E’ detto in tutti gli interventi ufficiali è scritto nero su bianco nelle leggi e nei regolamenti: mai più compresenza, neanche nelle classi già avviate! Dunque le prime, che non hanno mai conosciuto i bei tempi di opulenza, faranno max 27 ore e le seconde, terze, quarte e quinte, anche se teoricamente potranno continuare fino a esaurimento l’orario di 30 ore, sicuramente non avranno più alcuna ora di compresenza. Si mantiene il tempo pieno con due insegnanti, (anche perché pur aumentando a 24 o a 30 ore l’orario di lavoro di un maestro non era possibile coprire tutte le 40 ore settimanali) ma per questo anno viene solo “confermato il numero dei posti attivati complessivamente per l’anno scolastico 2008/2009”, quindi senza nessun aumento. Inoltre il Regolamento dice anche che il tempo pieno si attua “secondo il modello di cui al comma 3” che recita “Il tempo scuola della primaria è svolto….secondo il modello dell’insegnante unico o prevalente che supera il precedente assetto del modulo e delle compresenze” Insomma dei due maestri sarà uno, quello della mattina, il maestro vero, l’altro farà un po’ di arrotondamento, di doposcuola, giusto per mantenere a scuola i bimbi per 40 ore. Anche qui niente compresenza. Illuminazione: Accidenti, forse questo voleva dire il Ministro parlando di docente unico, voleva dire semplicemente che si pagherà un solo docente per ogni ora di scuola. Certo, ora si capisce, era sempre questo l’unico obiettivo, diceva sempre la stessa cosa fin dall’inizio, non ha fatto mai marcia indietro il Ministro, e il Governo non si è mai fatto mettere in crisi da piccole frange di protesta, ora ha spiegato bene il suo pensiero ed eravamo noi ingenui e incompetenti che avevamo dato un significato improprio alla locuzione “maestro unico”. Noi meschini impiegati statali ottenebrati di pedagogia, noi rapaci e scaltriti sindacalisti sempre pronti a profetizzare disastri o a cantare vittorie, come potevamo mai pensare di essere all’altezza di un tale impareggiabile Ministro dell’Istruzione, ma cosa ci eravamo messi in testa , abbiamo solo da imparare da un Ministro così. E poi dovevamo intuirlo, anche perché non può essere che un Ministro della Repubblica, che ha giurato fedeltà alla Costituzione, non sappia che anche la Costituzione riconosce l’autonomia delle scuole. Tale autonomia in realtà è molto limitata, perché secondo il D.P.R. 275/99 è lo Stato che indica gli obiettivi generali del processo formativo … gli standard relativi alla qualità del servizio … gli indirizzi generali circa la valutazione degli alunni ecc. E’ lo Stato che assegna le risorse economiche e di docenza. La scuola ha solo autonomia didattica e organizzativa, cioè ha solo l’assoluta competenza di utilizzare e gestire come meglio crede le risorse assegnate dallo Stato. Così anche se il Governo ti dà solo i 2 euro, pardon, solo i due docenti Tizio e Caio per le classi A e B, non potrebbe mai costringerti ad usare Tizio come tuttologo in A e Caio come tuttologo in B se la scuola preferisse utilizzarli in maniera più specializzata dividendo i loro orari e le loro discipline sulle due classi. Invece la compresenza no, quella è competenza dello Stato e si può eliminare del tutto legittimamente, perché quella era una liberalità dannosa ai conti pubblici e che bisognava estirpare soprattutto per il bene dei bambini e nell’interesse degli insegnanti. Dunque è certo che l’offerta formativa dell’anno prossimo non vedrà più alcuna compresenza nella scuola elementare. Quasi nessuna … se qualche alunno è allergico alla camomilla bisognerà pure che, in contemporanea, qualcuno gli possa somministrare almeno un digestivo effervescente o un’acqua fresca qualunque. Aspetta preside, rifletti, esamina un problema per volta. Gli occhi e la testa non riescono a guardare tutto insieme, lascia perdere per ora le tue 20 classi a tempo pieno, ne parlerai la prossima volta, ora concentrati solo sull’ex modulo. Allora per il prossimo anno, sulla base delle serie storiche, prevedo di avere 16 classi a tempo antimeridiano, come nell’anno in corso. Per queste 16 classi a 30 ore nell’anno in corso ho 24 docenti. Il prossimo anno bisogna eliminare da tutte le parti le compresenze, le tre prime potranno funzionare solo a 27 ore (tot. 81 ore) e le altre 13 classi a 30 ore (390 ore). Perciò in tutto devo coprire 471 ore. Per ora non è dato di sapere se i docenti dovranno impiegare tutte le loro 24 ore di servizio in classe, infatti se non esiste più il modulo non esiste neanche più la necessità di coordinarsi nelle ore di programmazione come previsto dal contratto (che per altro, in ogni caso ai sensi dell’art 6 comma 3 non potrebbe disapplicare o prevedere deroghe a questo Regolamento). Facciamo il caso che i docenti debbano svolgere in classe solo 22 ore: devo dividere le 471ore di tutte le classi per le 22 ore di lavoro di un singolo docente. Fatto: avrò 21 docenti + 9 ore. Dunque solo sul modulo perdo quasi 3 docenti. Calma, non devo farmi prendere dal panico, certo dovrò fare la graduatoria di Circolo, dovrò verificare i perdenti posto, ma per fortuna (?!?) ho tre precari storici che da anni suppliscono sempre le solite tre maestre. Però l’anno prossimo Veronica, Fabrizia e Patrizia rimangono disoccupate. O.K. Sono perse, non è colpa mia, non posso farci niente, anzi devo essere contenta che (almeno sul modulo) non perdano posto insegnanti titolari, ma mi servono comunque almeno 3 insegnanti + 15 ore da mettere nelle tre future prime. Ma come si fa ? le compresenze sono divise tutte in pacchetti di 3 ore che avanzano alle singole classi mica posso fare una classe prima con 9 docenti diversi ?!? Comincio a intuire che per fare le classi prime con il docente prevalente, dovrò quasi certamente a fare il maestro prevalente anche in alcune classi che attualmente funzionano con tre docenti. Significa che alcuni bambini di terza o di quinta ecc. perderanno una delle loro insegnanti. Significa che dovrò frantumare l’orario di alcune docenti generiche su 5 o 6 classi. Basta, non c’è altro da fare che cominciare a simulare gli organici dell’anno prossimo. Ci metterò tutta la nottata solo per le 16 classi a modulo. Carta e matita, classe per classe, provo a vedere chi resta e chi parte. Comincio a sfogliare modulo dopo modulo, partendo dalle quinte. Ogni modulo un soprassalto, ogni trio spezzato un colpo al cuore. Come glielo dico a questi genitori che non avranno più la maestra Grazia? Come glielo dico a Grazia che dall’anno prossimo deve svolgere il suo orario in 5 classi diverse? Come potrò loro spiegare perché viene penalizzata quella classe piuttosto che un’altra e quel docente invece degli altri due? L’unico criterio che ho adoperato nella mia simulazione è quello della continuità: più anni passati con gli stessi bimbi più crediti per rimanere irremovibili fino in quinta. Naturalmente non mi sogno nemmeno di rimetterle a fare le tuttologhe in seconda terza ecc. Le maestre che restano, rimangono su due classi, ci mancherebbe che invece di sottrarne uno di docenti ai bambini ne sottraessi due. Invece per le prossime classi prime deciderà il Collegio se i docenti dovranno svolgere 11 ore in ogni classe, dividendosi fra loro le discipline come ora, o se ritornare a fare i fac totum come 20 anni fa. Non so cosa convenga loro perché il risparmio sulla pianificazione e sull’insegnamento della metà delle discipline comporta comunque un raddoppio degli alunni da curare e valutare, soprattutto per il terzo docente che dovrà comunque dividersi su 4 classi se svolgerà pacchetti di circa sei ore, o su 6 classi se svolgerà pacchetti di circa quattro ore. C’è anche il rischio che Matilde, che aveva testardamente insistito per continuare ad insegnare religione nella sua classe, che ha sempre fatto l’aggiornamento obbligatorio di religione ed quindi è riconosciuta idonea dalla Curia, si trovi ad insegnare solo religione in 10 classi diverse. In questo momento è la disciplina che mi manca di più laddove invece perdono posto eccellenti insegnanti di matematica e italiano. Sempre che naturalmente si voglia badare veramente al risparmio. E’ l’alba oramai quando finisco l’organico dei moduli. Fatto: il Ministro sarà soddisfatto di me, la cura dimagrante ha sortito il suo effetto, il paziente sovrappeso ha perso 4 chili, senza inutili negoziazioni, senza diete rigide e faticose. E’ bastato tagliargli una gamba ed è tornato nel peso richiesto. Nel frattempo in questa lunga notte del 21 dicembre ho capito che su tutto si può risparmiare, si possono certamente abbandonare a se stessi migliaia di docenti precari che lavorano già da 15 anni nella scuola, ma ci puoi scommettere che i docenti di religione saranno immessi in ruolo a bizzeffe. E anche per merito mio. Durante la nottata mi sono ravveduta, sono stata illuminata sulla via di Damasco. Bè, devo confessare, ma del resto non è non è un segreto, che io penso che le religioni dovrebbero essere insegnate nelle chiese e non nelle scuole. Così il mese scorso, dopo l’annuale lettera della CEI per invitare i genitori a scegliere nelle scuole dei loro figli le ore di religione cattolica , il primo impulso era stato quello di scrivere anche io, altrettanto legittimamente, ai genitori delle mie scuole di non scegliere l’insegnamento della religione (ahi come è facile farsi trascinare nelle guerre di religione!) E’ vero che la scuola è il luogo di vita dei bambini, non lo sterile laboratorio dove si coltivano cervelli laici, è vero che la spiritualità, l’etica e l’educazione dei sentimenti sono dimensioni ineludibili della persona e sarebbe aberrante pensare di lasciarli fuori della scuola, ma la generosità, l’empatia e il rispetto per il prossimo non sono mica prerogative dei cattolici e sono insegnamenti che passano soprattutto attraverso l’esempio, non attraverso due ore di lezione. La fede sì, è prerogativa dei cattolici, ma la fede non si insegna, (tanto meno nelle scuole statali) la fede è un Dono … fortunato chi ce l’ha. Però tutto sommato perché la devo rifiutare quella camomilla zuccherina che mi dispensano senza condizioni, senza riserve, tutta quella che voglio, finché ne voglio, sempre in compresenza beninteso, perché qualche isolato genitore idealista e di principio, si trova in ogni classe? Poi toccherà a me, ottenuta la risorsa, cercare il modo migliore di impiegarla, perché se sono docenti come gli altri devono contribuire allo stesso modo degli altri all’offerta formativa del Circolo anche se sanno solo di religione e non di matematica. Tanto ormai saranno tutti alla pari perché anche quegli altri maestri saranno costretti a insegnare discipline sulle quali non si sono mai preparati. Certo già me le vedo tutte le gerarchie a cantare Osanna per questo improvvisa richiesta di religione nelle scuole primarie. Come è vero…. le vie del Signore sono infinite.
NOTE [i] Aumenteranno certamente le spese per le supplenze perché senza compresenza anche un’ora sola di assenza, in presenza di minori che non possono essere lasciati incustoditi o rimandati da soli a casa, richiederà la nomina di un supplente. [ii] Finora la magistratura ha dato ragione a tutti i genitori di alunni disabili che chiedevano la copertura totale delle ore in classe dell’alunno, ma nella scuola elementare come tratterrò più i miei genitori e i miei docenti dall’intraprendere le vie legali?
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