Il federalismo fiscale
'tocca e come' l’istruzione

da Tuttoscuola, 21 dicembre 2008

Il primo impegno che comporta il federalismo è la preventiva definizione delle funzioni e delle competenze da attribuire alle Regioni, Province e Comuni ed una valutazione d'impatto delle implicazioni di ordine organizzativo, economico e finanziario per contrastare il pericolo che l'assunzione del criterio del costo standard possa comportare una limitazione quantitativa rilevante e significativa dei flussi di finanziamenti, con riflessi negativi sui profili organizzativi delle funzioni attribuite alle Regioni.

Occorre sottolineare che mentre per l'istruzione è indispensabile e possibile la preventiva definizione dei livelli essenziali delle prestazioni a garanzia dell'esercizio dei diritti riconosciuti ai cittadini, non lo è necessariamente per "...l'individuazione di un costo uniforme di produzione di un servizio, che appare di difficile quantificazione per i settori più rilevanti, come l'istruzione..." che potrebbe variare da una regione all'altra (cfr resoconto Commissioni 1a, 5a e 6a).

Questo il motivo per il quale apparirebbe opportuno "svincolare" l'istruzione dal vincolo della lettera m) del secondo comma dell'art.117 della Costituzione, e fare riferimento alle funzioni. La riallocazione delle competenze, nel quadro attuativo del titolo V, "guidata" dalle funzioni, consentirebbe di trasferire al sistema dei soggetti istituzionali territoriali la spesa pubblica per l'istruzione e contestualmente le risorse ed il personale che ora si occupa d'istruzione a livello statale.

Questa operazione di definizione non può essere intrapresa senza una "forte" Intesa tra Stato e Regioni ed Autonomie locali (cfr proposta Accordo-Quadro della Conferenza delle Regioni, inviata al ministro Gelmini lo scorso 13 novembre) su una serie di nodi decisivi per l'erogazione di un migliore servizio pubblico dell'istruzione e della istruzione e formazione professionale.

Una scelta politica obbligata per il ministro Gelmini, che dopo i tagli degli organici e la riduzione dell'orario delle lezioni nella scuola primaria, sia pure a richiesta delle famiglie, non può correre con il federalismo fiscale un ulteriore rischio di livellamento della qualità della scuola "verso il basso".