Pakistan. Talebani minacciano:
uccideremo bimbe che vanno a scuola

Se necessario pronti a far esplodere le scuole

ApCOM, 25.12.2008

Islamabad, 25 dic. (Apcom) - I talebani della instabile Valle di Swat, nel nord ovest del Pakistan, hanno vietato alle bambine di frequentare la scuola a partire da gennaio e minacciato di uccidere tutte quelle che non obbediranno all'ordine. Il divieto è stato decretato questa settimana da un capo talebano locale, Shah Durran, in un messaggio diffuso da una stazione radio clandestina della regione. "Avete fino al 15 gennaio per smettere di mandare le vostre figlie a scuola. Se ignorerete questo avvertimento, uccideremo le bambine", ha dichiarato il capo talebano che ha aggiunto: "Lanciamo un avvertimento anche alle scuole che non devono accogliere nessuna bambina, se no faremo esplodere i loro edifici".

La montuosa Valle di Swat era fino all'anno scorso una popolare meta turistica, dove si trova la sola stazione sciistica del Paese. Ma è divenuta un terreno di scontro da quando un leader religioso radicale, Maulana Fazlullah, legato al movimento dei talebani pachistani, conduce una violenta campagna per imporvi la Sharia.

I militanti talebani hanno giù distrutto numerose scuole pubbliche nella valle, secondo degli abitanti, di cui alcuni ormai danno lezioni alle loro figlie a casa. Ufficialmente, 1.580 scuole si contano ancora nella valle, un tempo rinomata proprio per l'ottimo livello dei suoi istituti scolastici, ha precisato all'Afp un responsabile del ministero dell'Educazione pachistano, Naeem Khan.

Ma il settore ha molto sofferto per le violenze e gli scontri fra i ribelli e le forze di sicurezza pachistane. Secondo Khan, i talebani hanno già distrutto 252 scuole, di cui "la maggior parte dove i bambini e le bambine studiano insieme", e solo alcune scuole sono ancora aperte a Mingora, la principale città della regione.

Lo scorso maggio, il governo ha concluso con i ribelli un accordo nel quale si impegnava a ritirare progressivamente le sue truppe e a istituire un sistema giudiziario islamico in cambio della fine delle violenze, che non ha tuttavia raggiunto lo scopo.