Con le paritarie lo Stato ci guadagna da TuttoscuolaNews, N. 371, 9 dicembre 2008 Martedì 9 non manifesteranno davanti al ministero dell'istruzione, come avevano minacciato. Dopo la correzione del Senato che ha trovato i fondi "smarriti", i rappresentanti delle scuole paritarie, cattoliche soprattutto, non saranno in viale Trastevere, diventato in questi mesi il luogo preferito della protesta per la scuola. Un popolo vero e proprio, quello delle scuole non statali, visto troppe volte con l'occhio della ideologia. C'è chi sostiene che i fondi alle paritarie rappresentano una sottrazione indebita alla scuola statale, dimenticando che senza quelle scuole, soprattutto senza le scuole dell'infanzia che svolgono un vero e proprio ruolo di supplenza per un servizio pubblico, lo Stato dovrebbe caricarsi di oneri finanziari per svariati miliardi di euro per continuare ad assicurare lo stesso servizio ai cittadini. Se la cava invece, quando se ne ricorda, a buon mercato. Sono poco meno di 15 mila le scuole non statali in Italia (14.565) e gli studenti che frequentano questi istituti, sono poco più di un milione, pari a circa il 12% della popolazione scolastica. Le scuole "private" sono di ogni ordine e grado, ma nell'intero sistema scolastico sono almeno mezzo milione i bambini che frequentano le 8.000 scuole dell'infanzia federate alla Federazione italiana scuole materne (Fism). Proprio nel settore dell'infanzia, dove lo Stato accoglie poco meno di un milione di bambini (compresi quelli delle province di Trento, Bolzano e Aosta), ben 676 mila bambini frequentano scuole non statali di cui 628 mila in scuole paritarie (il 37,6% di tutta la popolazione scolastica tra i 3 e i 5 anni di età). Altri 400 mila ragazzi frequentano scuole paritarie del primo e del secondo ciclo d'istruzione. Con la legge 62 del 2000 lo Stato ha assunto un impegno giuridico e morale verso di loro.
Alunni delle scuole statali e non statali
Elaborazione Tuttoscuola su dati Miur
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