Circolare del ministero: riguarda chi va alla
materna, in prima
Slittano le iscrizioni per la scuola Sindacati perplessi: così a rischio l'avvio dell'anno scolastico Salvo Intravaia la Repubblica, 4.12.2008 SLITTANO di un mese le iscrizioni per l'anno scolastico 2009/2010. Lo ha reso noto il ministero dell'Istruzione con una circolare che riporta la data di ieri. Mamme e papà che vorranno iscrivere per la prima volta i loro bambini nella scuola dell'infanzia, in prima elementare, in prima media o al primo anno della scuola superiore dovranno formalizzare l'iscrizione entro il 28 febbraio 2009. Le iscrizioni alle classi intermedie vengono predisposte dalle segreterie scolastiche stesse. In generale le iscrizioni vengono chiuse entro fine gennaio ma il prossimo anno sarà pieno di novità ed i regolamenti attuativi relativi al riordino degli ordinamenti scolastici non sono ancora pronti. I sindacati della scuola criticano la decisione del ministro, Mariastella Gelmini. "Il rinvio a fine febbraio delle iscrizioni è la prima inevitabile conseguenza - dichiara Francesco Scrima, leader della Cisl scuola - di scelte di un governo che, pur di produrre drastici 'tagli' di personale, non ha messo in conto la delicatezza e la complessità del mettere mano agli ordinamenti del sistema nazionale di istruzione". Dello stesso tenore è il parere della Flc Cgil che considera "poco opportuno far slittare i termini per le iscrizioni". "Dato che - dichiara il sindacato guidato da Mimmo Pantaleo - la tempistica (con iscrizioni a fine gennaio, ndr) consente di procedere a tutti i passaggi necessari (organici, mobilità) per garantire il regolare avvio dell'anno scolastico, diversamente a forte rischio". Insomma: lo spostamento delle iscrizioni metterebbe a rischio addirittura l'avvio del prossimo anno scolastico. Mentre la Uil scuola saluta positivamente il provvedimento e pur considerando i "tempi molto stretti", auspica "un confronto". "Le scuole - ammonisce Massimo Di Menna - e il personale hanno diritto di avere risposte e certezze". Ma perché rinviare di un mese le iscrizioni? "Le innovazioni didattiche che verranno introdotte nel sistema scolastico con i regolamenti in corso di definizione - spiegano da viale Trastevere - richiedono una conoscenza approfondita delle nuove opportunità educative e formative che verranno offerte all'intero mondo della scuola, e in particolare alle famiglie e agli studenti". Per questa ragione, prosegue la circolare, "l'amministrazione scolastica promuoverà strumenti di informazione e accompagnamento dei processi di innovazione per le scuole, chiamate a comunicare alle famiglie e agli studenti la nuova organizzazione dei percorsi di studio". Nel frattempo dovrebbero prendere forma i curricoli e i quadri orario della scuola primaria (a 24 o 27 ore), della scuola secondaria di primo grado (a 29 ore), dei licei a 30 ore settimanali e degli istituti tecnici a 32 ore. Il tutto, "entro la fine del mese di dicembre". "Successivamente alla emanazione dei Regolamenti - prosegue il documento - saranno presentati a tutte le componenti scolastiche sia i materiali informativi messi a punto, sia l'insieme delle azioni attraverso le quali si articola il piano di informazione". Basteranno due mesi per spiegare a genitori e alunni i profondi cambiamenti dell'assetto scolastico italiano? "I mesi di gennaio e febbraio 2009 - assicurano dal ministero - saranno dedicati alla realizzazione delle attività di informazione, al fine di approfondire i contenuti dei Regolamenti di prossima emanazione e per consentire ai Dirigenti scolastici di organizzare nelle diverse sedi i consueti incontri di presentazione delle nuove opportunità formative, destinati alle famiglie ed agli studenti, in modo da garantire loro tutte le informazioni utili per un più efficace orientamento".
Per la Cgil "la fretta in questo caso è doppiamente penalizzante per
i sacrosanti diritti degli alunni a fare una scelta consapevole e
ponderata sul proprio futuro formativo e per i lavoratori della
scuola, ormai in balia di decisioni calate dall'alto, alquanto
discutibili sotto il profilo pedagogico e didattico". Per i
rappresentanti dei lavoratori "non è certo la qualità del sistema di
istruzione pubblica l'obiettivo di queste scellerate decisioni,
quanto la necessità di fare cassa, a spese di chi a scuola studia e
lavora".
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