Il Ministero sconcertante di Stefano Stefanel da Pavone Risorse, 12.12.2008 Come ha ben notato il nostro Direttore Reginaldo Palermo la Circolare Ministeriale n° 100 è giunta inattesa e forse anche indesiderata nelle scuole. La prima cosa che noterei è che questo ostinarsi a corredare documenti legislativi con circolari è un vizio centralistico del nostro Ministero e mostra una mentalità fuori dal tempo. L’autonomia scolastica ha reso innocue le circolari, se non sulle materie di stretta pertinenza del Ministero (che, a quel punto, può mandare anche una foglio di carta senza intestazione e tutti noi ubbidiamo, vedi questione delle iscrizioni) e dunque l’emanazione di documenti con valenza indicativa dovrebbero essere lasciati per le questioni di tipo didattico e non per quelle di tipo ordinatorio. La Circolare a firma del Direttore generale Mario Dutto si dilunga senza molto motivo su alcuni punti (“Cittadinanza e Costituzione”) mentre ne elide altri che invece avrebbero richiesto un certo approfondimento (“maestro unico”). Pare che anche il Ministero si sia accorto che la legge 169/2008 ha come unico punto di forza il richiamo alla Costituzione, che però da solo non riesce a mascherare tutto il resto. Togliendo il maestro unico si toglie un peso alla scuola, ma prefigurando un 24-27-30-40 a scelta si aprono nuove porte su difficili scenari. Il tutto sempre pensato per Roma e Milano dove ogni circolo didattico ha più classi, non per tutti i piccoli o medi centri italiani dove ogni scelta oraria difforme comporta l’attivazione di servizi complessi (mense, scuolabus, organico funzionale, ecc.). Sul voto in condotta e sul voto numerico la circolare nulla dice in più della legge e, poiché non poteva che essere così, non si capisce perché è stata emanata. Rimane l’impressione di improvvisazione e di meccanismi messi in azione troppo tardi per i tempi della burocrazia italiana. La valutazione in voti e la costrizione a trasformare tutti i 5 in 6 in caso di promozione presuppone la creazione di documenti aggiuntivi per dare uno spaccato reale della situazione didattico-educativa dell’alunno. Dato che la parola Portfolio è già stata usata e usurata se ne dovrà trovare un’altra, come fa intravedere Dutto chiedendo alle scuole una “certificazione analitica dei traguardi di competenza e del livello globale di maturazione raggiunto dall’alunno”. In questo caso su mescolano comunicazioni obsolete a comunicazioni essenziali: se non è chiaro perché alle scuole si debba spiegare come usare i voti numerici, visto che sta nelle competenze dei docenti assegnarli, non è nemmeno chiaro perché un passaggio fondamentale come quello poco sopra citato stia in una circolare e non alla base dei meccanismi di indirizzi valutativo del ministero.
La circolare poi affronta anche il problema dei libri di testo
anticipando la data di adozione e richiamando “all’ordine” le scuole
secondarie di primo grado: anche qui la questione formale (tetto di
spesa) e quella sostanziale (didattica on line) si intrecciano
confusamente senza riuscire ad avere uno sbocco accettabile in una
prosa spendibile. Perché il rapporto tra libri di testo, documenti e
testi on line, siti, fotocopie e quaderni è il problema più grande e
più grave della didattica delle scuole secondarie di primo grado,
che richiederebbe interventi formativi e applicativi, non leggi e
circolari esplicative prive di sostegno scientifico e tecnico. |