Scuola
Maestro unico e accorpamenti scuole Da domani nuovi regolamenti in Cdm: sit-in Cobas a Montecitorio ApCOM, 17.12.2008 Roma, 17 dic. (Apcom) - I primi regolamenti applicativi della riforma della scuola, che per diverse settimane sono stati duramente contestati da una larga fetta di docenti, studenti, sindacati e associazioni, approdano al Consiglio dei Ministri per l'approvazione definitiva. La presentazione è prevista a partire da domani pomeriggio e riguarda i due documenti programmatici che partiranno già dal prossimo anno scolastico: quelli che permetteranno il ritorno al maestro unico e il piano di 'dimensionamento' degli istituti. I provvedimenti dovrebbero essere meno 'rigidi' rispetto a quelli iniziali indicati nelle leggi 133 e 169: entrambi contengono infatti delle importanti modifiche, annunciate giovedì scorso a palazzo Chigi dai rappresentanti del governi ai sindacati. Ad iniziare dall'accorpamento degli istituti con meno di 500 alunni e dalla soppressione delle scuole, primarie soprattutto, con poche decine di iscritti. E' probabile che laddove vi fossero particolari situazioni logistiche e sociali, soprattutto nei casi degli istituti montani o collocati nelle isole, il governo possa dare indicazione di soprassedere ai tagli. Una indicazione che è stato già adottata da alcune regioni, come il Lazio dove il piano di ridimensionamento ha portato alla soppressione di 35 dirigenze e all'istituzione di 16 centri senza però stravolgere l'assetto scolastico di alcune zone 'particolari'. La regione Lazio ha infatti già soprasseduto sugli istituti collocati in zone di montagna e particolarmente distanti da altri: in queste realtà anche se il numero di iscritti è ridotto si è preferito non procedere a cambiamenti. Un esempio per tutti la provincia di Rieti, dove infatti la situazione resta invariata. Tra le novità contenute nei nuovi regolamenti, anche se rimane scontato l'addio alla didattica nelle primarie attraverso il cosiddetto 'modulo' (con tre docenti ogni tre classi), il maestro unico diventa poi 'facoltativo'; sarà imposto solo se la maggioranza delle famiglie di una classe ne facciano richiesta. Il modello orario di base dovrebbe in tal caso essere di 27 ore: 24 di didattica normale, più due ore di religione cattolica ed una di inglese. Ridotta al minimo (non più di due ore al giorno) sarebbe poi la presenza contemporanea di due maestri nella stessa classe e comunque da adottare esclusivamente nei casi di attuazione del tempo pieno (40 ore settimanali). E con le economie ricavate da quest'ultima novità si potrebbe incrementare, fino al 50%, come più volte annunciato dal ministro del Miur Mariastella Gelmini, l'attuale disponibilità del tempo pieno. Per quanto riguarda i contenuti esclusivamente didattici si farà invece riferimento alle indicazioni nazionali della Moratti integrate da alcune modifiche introdotte dalla commissione ad hoc Ceruti-Fiorin. Le Regioni, che nelle scorse settimane avevano espresso la loro contrarietà, hanno già esaminato i testi modificati e sono chiamate nelle prossime ore ad esprimere il loro parere. Che sarà sicuramente meno contrariato rispetto al primo. Subito dopo toccherà al governo che, salvo particolari 'intoppi', potrebbe dare il suo parere favorevole in tempi rapidissimi.
Per confermare la
loro contrarietà ai provvedimenti domani pomeriggio, dalle 16 alle
18.30, i Cobas si sono dati appuntamento a piazza Montecitorio: sono
previsti anche "incontri con i gruppi parlamentari - si legge in una
nota sindacale - ai quali esporremo le nostre critiche ai
provvedimenti che il governo intende attuare e che distruggeranno la
scuola pubblica: la mobilitazione non si fermerà fin quando i
provvedimenti non saranno ritirati". |