La verità del ministro
Quante bugie! Raffaello Masci, La Stampa, 12.12.2008
ROMA «Siamo di fronte ad una ingegneria della mistificazione. Voglio essere chiara subito: il maestro unico resta. Chiaro? Anzi: resta “solo” il maestro unico. Il modulo dei due maestri su tre classi è morto e sepolto per sempre».
«La sinistra. E’ veramente pazzesco: mi hanno fatto una guerra su questo, l’hanno persa e ora si inventano che io, pressata dai loro scioperi e dalle loro proteste, sono tornata sui miei passi con la coda tra le gambe. Ma scherziamo?».
«Vede? Siete caduti anche voi nella rete della disinformazione. E’ stato sempre così, invece. Tale e quale da sei mesi, da quando queste cose le ho scritte nel piano programmatico. Andatelo a rileggere».
«No. Il maestro è sempre unico».
«Sull’orario scolastico».
«Un docente ha un orario di lavoro di 22 ore. Se si sceglie di adottare l’orario di 24 ore settimanali, quella classe avrà un maestro unico, più due ore fatte da quelli di materie specialistiche, come religione o inglese, per esempio. Idem se si opta per le 27 ore».
«Già, ma sono due nel senso che uno fa un certo numero di ore e quando ha finito arriva l’altro. Non c’è compresenza, non c’è modulo. Prima lavora uno poi lavora l’altro».
«Queste sono scelte educative che ogni famiglia fa autonomamente. La scuola deve solo offrire la possibilità di aderire a più modelli».
«Uno sarà il maestro prevalente. Ma il “modulo” come è stato concepito fino ad oggi non c’è più».
«No. Mai. La commissione aveva suggerito di fornire alle famiglie la possibilità di poter optare tra diverse formule di orario, e questo suggerimento noi l’abbiamo recepito. Ma che c’entra tutto questo con il passo indietro sul maestro unico?».
«Non ho fermato nessuna riforma. Tant’è che procederò nelle prossime settimane a varare i provvedimenti relativi anche a questo segmento dell’istruzione».
«Ho deciso di dedicare più tempo ad una campagna di informazione
presso le scuole e le famiglie, sul carattere e sulle novità di
questa riforma varata dai miei due diretti predecessori, Moratti e
Fioroni. Una campagna in questo senso partirà all’inizio dell’anno
nuovo. Poi ci sono ancora alcuni pareri da acquisire, alcune
decisioni da tradurre in provvedimenti normativi. Una cosa è fare le
cose nei tempi giusti, altro è dare uno stop. Giusto?». |