Ministro-Assessori Regionali/1: da Tuttoscuola, 23 dicembre 2008 Il confronto politico assai acceso dello scorso 17 dicembre tra il ministro Gelmini e gli assessori regionali all'Istruzione ha registrato punti di consenso e di dissenso. E' stato apprezzato per esempio il differimento all'anno scolastico 2010/2011 dell'avvio del riordino della scuola secondaria superiore che ha risolto, tra l'altro, la questione della tempistica ristretta per la riorganizzazione del sistema scolastico secondo i nuovi assetti ordinamentali. A prescindere da qualsiasi valutazione di merito, decidere alla fine di dicembre di procedere alle riorganizzazioni ordinamentali ed organizzative, significava pretendere troppo dalle Regioni, titolari della articolazione sul territorio della rete scolastica, ma anche dalle istituzioni scolastiche. Ha trovato apprezzamento anche l'annuncio - espresso in una lettera del ministro Gelmini al presidente della Conferenza delle Regioni - del riavvio del percorso di attuazione del Titolo V della Costituzione. In particolare è annunciata la ripresa della "...fase istruttoria in relazione alla proposta di intesa approvata dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome il 9 ottobre scorso...con l'obiettivo di proseguire nel confronto tecnico...utile a compiere passi significativi nella direzione auspicata" di una definizione delle proposte di trasferimento delle risorse finanziarie, umane e strumentali al sistema delle autonomie, che potranno così assumere la pienezza delle funzioni loro attribuite dal Titolo V. Appare difficile viceversa una possibilità di intesa sullo schema di regolamento concernente la revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo, che sancisce esplicitamente la soppressione dell'organizzazione didattica modulare a più maestri degli anni 90 nella scuola primaria.
Su questo fronte
l'assessore della Toscana Simoncini ha dichiarato il "no alla
riforma Gelmini...che ha confermato la volontà del governo di
procedere sull'ipotesi del maestro unico". Questa scelta determina -
ha proseguito Simoncini - "...un impoverimento della qualità della
scuola... con pesanti ricadute sul piano sociale e un aumento delle
disuguaglianze". |