Figli di una lingua minore. Filippo Perini, 29.12.2008.
Gentili senatori e deputati, Avete letto bene? 100%. Peccato che si siano dimenticati di trasformare le cattedre di L2 in organico di diritto. Infatti, le uniche cattedre di diritto presenti appartengono alle vecchie sperimentazioni (ex-bilinguismo). Migliaia di insegnanti, come i sottoscritti, si sono abilitati con sacrificio, hanno lavorato per anni al servizio della scuola sperando di crescere professionalmente e di stabilizzare la loro posizione e soprattutto di dare continuità ai ragazzi. Ma i docenti in questione sono diventati un problema per il nostro attuale governo. Mantenere la promessa ed assumerci proprio ora è impossibile. Così, con un ritocchino al quadro orario delle scuole medie il ministro è riuscito a risolvere la spinosa situazione relativa agli organici dei docenti. Puntualmente il 30 giugno 2009 noi insegnanti di lingue verremo licenziati. Vorremmo aggiungere, ma siamo proprio sicuri che rendere opzionale una materia del curricolo nella scuola dell’obbligo non crei alcuna disparità nella preparazione di base dei ragazzi? Vorremmo ricordare che lo studio della seconda lingua è menzionato anche nell’art. 165 del Trattato di Lisbona del 17 dicembre 2007, dove è riportato quanto segue: L'azione dell'Unione è intesa: a sviluppare la dimensione europea dell'istruzione, segnatamente con l'apprendimento e la diffusione delle lingue degli Stati membri. In gran parte d’Europa, fin da piccoli, i bambini studiano due o tre lingue straniere e il 13 dicembre 2001, alla fine dell’Anno Europeo delle Lingue, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione in cui si raccomandava di adottare misure atte a promuovere la diversità linguistica e l’apprendimento delle lingue. Inoltre, un paio di mesi più tardi, il 14 febbraio 2002, il Consiglio Istruzione e Gioventù ha adottato una risoluzione con la quale si chiedeva alla Commissione europea di presentare proposte per azioni volte a promuovere la diversità linguistica e l’apprendimento delle lingue. Riportiamo anche ciò che c’è scritto sul sito del Commissario europeo Leonard Orban: “Per lavorare insieme gli europei non possono fare a meno delle lingue; esse toccano l'essenza stessa dell'unità nella diversità, che caratterizza l'Unione europea. Dobbiamo preservare e sostenere il patrimonio linguistico dei paesi europei, ma dobbiamo anche comprenderci reciprocamente, comprendere i nostri vicini e i nostri partner all'interno dell'UE. Parlare più lingue aumenta la competitività e la mobilità delle imprese e dei cittadini. La Commissione europea deve presentare risultati ai cittadini e per far ciò deve comunicare con loro in una lingua che capiscano. Promuovere il multilinguismo è un modo eccellente per avvicinare tra loro i cittadini europei e per consentire a tutti di accedere alle informazioni e di esprimere la propria opinione. L'apprendimento delle lingue favorisce la comprensione tra le persone. I servizi di interpretazione e traduzione, dal canto loro, aiutano i cittadini a partecipare alle attività dell'UE e a leggere le sue pubblicazioni. Tra gli obiettivi che mi stanno più a cuore vi è quello di promuovere il multilinguismo in varie Politiche dell'Unione europea, come quelle relative alla cultura, all'istruzione, alla comunicazione e all'occupazione. Desidero infatti dare un valido contributo alla competitività dell'economia europea.”
Per concludere, aggiungiamo che quest’anno
l’UNESCO ha lanciato l’Anno Internazionale delle Lingue -
risoluzione 61/266 del 16 maggio 2007, Assemblea Generale delle
Nazioni Unite - al fine di promuovere l'unità nella diversità e la
comprensione dei parametri internazionali attraverso il
multilinguismo e già che ci siete date un’occhiata anche al recente
documento dal titolo Il multilinguismo: una risorsa per l'Europa e
un impegno comune,
edito dalla Comunità europea il 18 luglio 2008. |