Un colpo al cerchio e uno alla botte di Miha da Fuoriregistro, 12.12.2008 Le recenti mosse del governo sulla scuola hanno spinto molti commentatori a gioire sulla retromarcia innestata dalla Gelmini con i body-guard Sacconi e Brunetta. Più realisticamente altri evidenziano il possibile Cavallo di Troia contenuto nelle ultime disposizioni. Innanzitutto valutiamo i tempi: nello stesso giorno esce la prima Circolare parzialmente attuativa della legge 169 e il governo incontra in magna pompa i sindacati sbandierando dialogo e tempi distesi, esibendo sorrisi e pacche sulle spalle per tutti alla vigilia dell'ennesimo sciopero. Per chi ha seguito con un po' di attenzione le relazioni delle Commissioni cultura di Camera e Senato però queste modifiche risultano il frutto non tanto dei pareri della società civile o del sindacato quanto di membri della stessa maggioranza. La concomitanza tra i due fatti è comunque sospetta e ricorda il solito inganno del mago che attrae l'attenzione da una parte mentre vi prepara il trucco dall'altra. Rimane poi sullo sfondo la sinistra figura di Tremonti e della sua "clausola di garanzia" che resta pencolante su tutta la vicenda. Se non si toglie quel ricatto economico tutte le promesse rimangono scritte sulla sabbia. Infatti nella sopra-citata circolare 100 al punto che riguarda il maestro unico si fa riferimento ai regolamenti attuativi "di cui all'art.64 del DL 112 "che è un po' il cuore, ma forse andrebbe visualizzato con una meno nobile parte del corpo, di tutta la questione in quanto è l'articolo che stabilisce l'entità dei tagli imposti alla scuola. Sull'organizzazione della primaria infatti le cose non sono molto cambiate e Reginaldo Palermo fa giustamente notare che "La situazione, insomma, è paradossale: il movimento di protesta contro il "maestro unico" che per due mesi ha sconvolto le scuole e le piazze di molte città italiane (persino gli studenti universitari hanno bloccato le attività per sostenere il tempo pieno e per chiedere il blocco dei tagli di cattedre) ha conseguito il risultato di fermare la riforma del secondo ciclo ma non quella del primo!"
Ma vediamo in pratica quello che potrebbe accadere. Il tempo pieno
sembra per ora fuori pericolo anche se svariate affermazioni della
Gelmini e di Berlusconi lasciano pensare che l'organizzazione che
hanno in mente al MIUR è solo quantitativamente simile a quella
attuale ma in pratica rappresenti un ritorno al vecchio doposcuola
con maestro prevalente al mattino e altro al pomeriggio-mensa.
Quindi nessuna variazione, nessuna marcia indietro visto che la
maggioranza delle classi (il 75% del totale!) funzioneranno
essenzialmente a 24 ore col maestro unico con uno o due rientri. A
regime sono 40-50 mila tagli. Restano poi quelli degli Ata (altri 40
mila). |