scuola

Cei all'attacco su paritarie
 Governo trova fondi

Per Prc e Radicali due pesi e due misure. Zanda (Pd): Troppo poco

ApCOM, 6.12.2008

Roma, 6 dic. (Apcom) - La Conferenza episcopale italiana scende direttamente in campo sui tagli alle scuole paritarie. Il malumore cattolico per la scure del Governo nella finanziaria del 2009 è andato montando, nel corso delle settimane, e qualche rivolo di protesta si è pure mescolato all'onda anomala degli studenti. La mobilitazione, partita dalla materne, si è poi estesa a tutti i gradi scolastici ed ha coinvolto studenti e genitori, insegnanti e tecnici degli istituti cattolici. Tutti pronti a firmare una petizione che, scavalcando la cattolicissima ministra Mariastella Gelmini, chiedeva direttamente al premier Berlusconi di ritirare il previsto taglio di 133,4 milioni alle paritarie, nel nome non, spiegano, non di un "privilegio", ma "di un diritto, quello della libertà di scelta educativa, sancito dalla Costituzione italiana". In mancanza di risposte, alla fine, è intervenuta la Cei.

"Siamo preoccupati, come emerso anche di recente da diverse voci del mondo cattolico, per il destino delle scuole pubbliche non statali", ha detto il portavoce del card. Bagnasco, don Domenico Pompili. "Tuttavia, pur consapevoli del momento economico e sociale che il Paese sta attraversando, confidiamo negli impegni che il Governo ha assunto pubblicamente". Una posizione che non rompe con l'esecutivo, come suggerivano più robuste rimostranze di altri esponenti ecclesiastici, ma tiene il punto. Rinforazata dalle parole del Papa che, in un discorso di ordine generale rivolto al nuovo ambasciatore Argentino in Vaticano, ribadisce, tra gli altri principi che la Chiesa considera non-negoziabili, "l'adozione di misure a favore dei genitori che li aiutino nel loro diritto inalienabile di educare i figli secondo le proprie convinzioni etiche e religiose".

A stretto giro di posta, arriva la risposta della maggioranza. La commissione Bilancio dà il via libera all'emendamento del relatore Maurizia Saia al ddl Bilancio che stanzia fondi per le scuole private. Per il sottosegretario all'Economia, Giuseppe Vegas, i vescovi "possono stare tranquilli, possono dormire su quattro cuscini". Poco importa che i 120 milioni previsti dovranno essere ripartiti fra scuola pubblica e privata. E poco importa che lo stesso Saia spieghi che l'ememndamento era stato presentato ieri. "Abbiamo semplicemente spostato dall'ambito finanziario all'ambito di bilancio questa unità di spesa specifica", spiega, "Non vogliamo che ci sia un'interpretazione per la quale questo emendamento sia solo una risposta alla Cei", aggiunge, "è veramente una coincidenza", precisa, "abbiamo le copie timbrate al 4 dicembre, questo emendamento era già stato preparato", puntualizza. L'effetto politico è che il Governo risponde alle preoccupazioni dei vescovi.

Il dibattito che ne segue parte da lì. "Riteniamo che l'appello della Cei abbia già trovato attenzione in Parlamento", afferma il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri. "Compatibilmente con la situazione del Paese e con le conseguenze della crisi internazionale la maggioranza di centrodestra farà di tutto per rispettare i propri impegni e le proprie più intime convinzioni", chiosa Gaetano Quagliariello. Protestano sinistra e radicali. Paolo Ferrero (Prc) critica la scelta, ricordando la sordità del Governo alle richieste degli studenti scesi in piazza in queste settimane. "Il vaticano Fischia e Tremonti risponde", afferma. Per Claudio Fava il governo è "strabico". Sulla stessa posizione Radicali e Repubblicani. Dal Pd - che in commissione Bilancio ha votato con la maggioranza - arriva un plauso mitigato alle misure del Governo. Maria Pia Garavaglia e Luigi Zanda ricordano che i fondi stanziati non coprono l'intero fabbisogno delle paritarie. "Solo un granello di sabbia", dice Zanda. Mentre per Massimo Donadi dell'Idv "ora serve la stessa responsabilità per le scuole pubbliche". La Lega non rinuncia a marcare la propria presenza sul tema della scuola. E' giusto "recuperare fondi per le scuole paritarie", secondo il capogruppo alla Camera Roberto Cota. "Per la qualità dell'insegnamento nella scuola pubblica - aggiunge - è importante attuare la nostra mozione per le classi di inserimento per gli alunni stranieri che non conoscono la nostra lingua". Paritarie per gli italiani, classi-ponte per gli stranieri.