La marcia trionfale del maestro unico si è arrestata

Gianni Gandola e Federico Niccoli ScuolaOggi, 12.12.2008

Ricordate il bollettino della vittoria del generale Diaz ? (''I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.'').

E’ capitata la stessa cosa (si parva licet componere magnis!) al ministro Gelmini, che hadovuto interrompere clamorosamente la maldestra marcia trionfale del maestro unico e dell’eliminazione di fatto del tempo pieno.

Siamo orgogliosi di aver partecipato a decine di assemblee e manifestazioni con genitori ed insegnanti per denunciare l’anacronistica operazione nostalgia senza fondamento pedagogico (“la scuola dei tagli senza progetto”) e di aver dimostrato ancora una volta che un movimento organizzato e con valide ragioni può fermare ogni tentativo di massacro dell’unica scuola che funziona bene.

Il maestro unico diventa prevalente (in pratica si annulla la scuola dei moduli, riproponendo inaccettabili modelli di “spezzatino pedagogico”), ma non riveste più la dignità che gli si voleva attribuire, in quanto viene derubricato ad una delle possibili opzioni a disposizione dei genitori.

Il termine “tempo pieno” non compariva neppure nel decreto-Gelmini, convertitoin legge.

Ora non solo siparla esplicitamente di tempo-pieno, ma si assicura esplicitamente l’assegnazione di due insegnanti per classe.

Spiace per chi aveva cantato prematuramente il de profundis all’esperienza pedagogica più significativa degli ultimi trenta anni, ma “la messa non è ancora finita”.

Lanciamo, però, sin d’ora un appello a genitori, insegnanti , dirigenti scolastici a non “smobilitare”, perché, com’è noto, il diavolo spesso si nasconde nei dettagli. Attendiamo il testo ufficiale deiregolamenti attuativi per evitare i colpi-bassi che potrebbero essere assestatiattraverso interpretazioni riduttive degli accordi stipulati con le organizzazioni sindacali.

In particolare,bisognerà vedere che fine faranno le ore di “compresenze” e che cosa significherà in pratica (può significare tante cose diverse!) “l’ottimale utilizzo delle risorse umane della scuola”. La cartina di tornasole sarà l’assegnazione delle dotazioni organiche regionali e provinciali, e quindi l’assegnazione dei docenti alle scuole autonome in relazione ai posti richiesti e ai modelli organizzativi prescelti.