Scuola, riforme, cattivi pensieri ed altro
Abbasso la Gelmini
ma non il 5 in condotta
Gigi Monello
Insegnare stanca,
Scepsi & Mattana Editore, 24.12.2008
"Continua ‘sta lezione di mmerda, vai...dai!",
così, tornato al suo posto dopo un alterco alla cattedra, un giovane
energumeno autorizza la prof a riprendere il suo lavoro. Intanto la
classe sghignazza e un invisibile eroe filma.
È uno dei tanti video presenti su YouTube.
In un altro, un saltellante bulletto simula colpi di boxe al viso e
al corpo di un docente in piedi, terreo, immobile, spalle al muro.
Il tipo la tira per le lunghe: sa di essere filmato; i compagni
ridacchiano. Fa finta di venire colpito, si butta per terra
beffardamente dolorante; poi torna: i pugni chiusi del ragazzo
sfiorano il viso dell'adulto, che ogni tanto emette solo un
sommesso, "Vuoi andarti a sedere?". Mi chiedo se e come avrà fatto a
riprendere la lezione.
Terza scena: uno studente entra in aula, si piazza di fianco alla
cattedra, slaccia la cintura, abbassa i pantaloni e mostra gli slip
bianchi ad una esterrefatta insegnante di mezza età; poi allarga le
braccia e con tono sensuale dice, "Mi preenda!". Conseguenze
disciplinari? Dalla superba flemma con cui l'autore torna sorridente
al suo posto, tenderemmo ad escluderlo.
Quarta prodezza: video brevissimo. Azione fulminea: Il campione
questa volta blocca improvvisamente la giovane prof e gli stampa a
forza un bacio sulla bocca; plauso generale, mentre l'insegnante
afferra cupa il registro di classe. Che dite? Severamente ammonito?
O i classici, fatali, tre giorni con il terribile "obbligo di
frequenza"?
Ho fedelmente descritto solo quattro delle centinaia di video che
chiunque può trovare su YouTube: una galleria inesauribile di
idiozie, sconcezze, banalità, piccoli sadismi, mafiosità, voglia di
apparire.
Quando nel corso del 2007 si cominciò a scoprire in quale selvaggio
circo equestre si era trasformata la scuola, mi pare che tutti ci
scandalizzammo e il giro di vite di Fioroni sembrò giusto. Adesso,
con il centro destra al potere, torna il 5 in condotta. Qualunque
speculazione politica vi si voglia trovare, la cosa, in sé, non è
sbagliata. Dopo 10 anni viene restituita ai Consigli di classe (ai
soli Docenti, dunque) la possibilità di far pesare la condotta sui
finali esiti di profitto, sino all'estrema ipotesi (con 5/10) di far
ripetere l'anno scolastico. Era già così prima del 1998, quando
esisteva anche l'opzione "7 in condotta", con l'automatico rinvio a
settembre in tutte le materie. Sanzioni raramente inflitte (ma le
norme servono anche per il loro potere di deterrenza).
Tutto cambiò con Berlinguer e il suo celebre "Statuto": sullo sfondo
di molta fumosa psico-pedagogia, massima sanzione comminabile
restarono i 15 giorni di sospensione (e tanti ne presero i 4 liceali
che, a Milano, per l'ottima ragione di evitare un compito di greco,
allagarono la Scuola, con successivi 7 giorni di chiusura e danni
per 300mila euro). Una stagione di disinvolta incoscienza.
Chiedo a chi legge: in tutta onestà, i quattro deliziosi episodi di
cui sopra, sarebbero stati "probabili" in un sistema in cui, con
sicurezza, per cose del genere perdi l'anno? Baciare una donna per
strada è un reato? Spogliarsi davanti ad una donna per strada è un
reato? Perché mai la scuola dovrebbe tanto singolarmente differire
dalla vita?
C'è ancora bisogno di conferme del fatto che tutto il pattume che ci
ha travolti viene dall'incrocio perverso tra certezza di impunità e
diffusione della tecnologia da tasca? E che dieci anni ebbri di
buonismo & successo formativo, progetti & belletti non potevano che
portare dove siamo arrivati?
Già immagino la sdegnata obiezione: "chi è capace di insegnare,
rispetto e ordine se li guadagna attraverso doti professionali e
umane; non con le minacce". È la dottrina che definirei della
"Inclusione/Purchessia". Un dogma retorico e ingenuo.
È cosa largamente osservata, che, nel complicato andirivieni tra
rifiuto e accettazione dell'adulto dentro il quale un adolescente si
forma, a volte un atteggiamento duro ma schietto è più valido di uno
"istituzionalmente" mite e comprensivo; meno frustrante,
nell'immediato, ma percepito, in profondità, come falso. Siamo così
veramente sicuri che la verità (anche solo come monito) non sappia
ottenere di più di un "amore dovuto"?
Ma ammettiamo pure che l'argomento sia infondato. E che sia vero,
invece, il principio, "A scuola Inclusione sempre". Dovremmo, a
questo punto, disporre di un mezzo milione circa di signori tanto
straordinariamente carismatici da inchiodarti davanti per 5 ore un
gruppo di 30 studenti. Cosa bella e improbabile. Piaccia o non
piaccia, la scuola non è fatta di maghi.
Il 5 in condotta? Dimentichiamoci per un attimo che è la Gelmini a
restituircelo e riprendiamocelo tutto. Magari con il desiderio
(impegnativo e silenzioso) di non doverlo mai usare.