Gelmini/2.
Dimenticare Moratti

da Tuttoscuola, 10 dicembre 2008

E' un po' paradossale che a realizzare il rilancio dell'istruzione tecnica, cavallo di battaglia del governo Prodi, sia il ministro dell'istruzione di un governo di centro-destra presieduto dallo stesso presidente del Consiglio che aveva a suo tempo varato la riforma Moratti, che aveva puntato al contrario sulla licealizzazione degli istituti tecnici e sul trasferimento in blocco alle Regioni dell'istruzione professionale.

E' un buon segno comunque, ed è una novità per la politica scolastica italiana, che l'attuale governo abbia deciso di dare continuità a una decisione presa in precedenza da un governo di segno opposto, anziché accingersi a capovolgerla, come tante volte è avvenuto in passato.

Qualcosa del genere potrebbe accadere anche per le Indicazioni Nazionali per il primo ciclo, riviste e corrette nella scorsa legislatura (ora si chiamano "Indicazioni per il curricolo") da una commissione presieduta dal prof. Mauro Ceruti, poi eletto al Senato nelle liste del PD. In una lettera aperta inviata al ministro Gelmini, caratterizzata da toni misurati e costruttivi, il senatore Ceruti scrive che "il mantenimento di un testo positivamente accolto, diffuso e già in fase di sperimentazione rappresenterebbe una dimostrazione di attenzione verso la scuola", che mal sopporterebbe un ulteriore cambiamento in fatto di Indicazioni.

Visto ciò che si prospetta per il secondo ciclo - il "prodiano" rilancio dell'istruzione tecnica in alternativa a quella liceale - l'assunzione per il primo ciclo delle "Indicazioni per il curricolo" - almeno temporanea, cioè in attesa di una armonizzazione con quelle allegate al decreto 59/2004 - costituirebbe un altro segnale di disponibilità, da parte del ministro Gelmini, a superare alcuni dei più controversi aspetti della riforma Moratti e a cercare un terreno se non di convergenza almeno di dialogo con l'opposizione.