Compresenza e autonomia di Reginaldo Palermo da Pavone Risorse, 15.12.2008
Se il “Regolamento sulla autonomia”
(DPR 275 del 1999) fosse sufficientemente conosciuto forse il
dibattito su tempo-scuola, organizzazione didattica, compresenze e
contemporaneità sarebbe meno approssimativo.
Art. 5 1. Le istituzioni scolastiche adottano, anche per quanto riguarda l'impiego dei docenti, ogni modalità organizzativa che sia espressione di libertà progettuale e sia coerente con gli obiettivi generali e specifici di ciascun tipo e indirizzo di studio, curando la promozione e il sostegno dei processi innovativi e il miglioramento dell'offerta formativa. 2. Gli adattamenti del calendario scolastico sono stabiliti dalle istituzioni scolastiche in relazione alle esigenze derivanti dal Piano dell'offerta formativa, nel rispetto delle funzioni in materia di determinazione del calendario scolastico esercitate dalle Regioni a norma dell'articolo 138, comma 1, lettera d) del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112. 3. L'orario complessivo del curricolo e quello destinato alle singole discipline e attività sono organizzati in modo flessibile, anche sulla base di una programmazione plurisettimanale, fermi restando l'articolazione delle lezioni in non meno di cinque giorni settimanali e il rispetto del monte ore annuale, pluriennale o di ciclo previsto per le singole discipline e attività obbligatorie. 4. In ciascuna istituzione scolastica le modalità di impiego dei docenti possono essere diversificate nelle varie classi e sezioni in funzione delle eventuali differenziazioni nelle scelte metodologiche ed organizzative adottate nel piano dell'offerta formativa. Di particolare interesse mi pare la disposizione del 4° comma: “le modalità di impiego dei docenti possono essere diversificate nelle varie classi e sezioni”. Dunque secondo il Regolamento la scuola è totalmente libera di organizzare l’intervento didattico dei docenti in modo flessibile in coerenza con le reali esigenze degli alunni e delle classi, esattamente come sostiene Laura Bertoli in un altro intervento pubblicato in questa rubrica. Solo una lettura angusta (e non rispettosa della legge) può condurre alla semplicistica equazione 1 classe = 4 ore di compresenza La compresenza non può essere una variabile indipendente o “assegnata”; deve essere una variabile che dipende dalle esigenze degli alunni, dalla organizzazione didattica, dal Piano dell’offerta formativa. L’autonomia (se la si vuole praticare davvero) è una leva potente ma che richiede impegno, lavoro, confronto, fatica. Molto spesso, invece, l’autonomia diventa una “bandiera” per rivendicare la libertà di non applicare le norme di legge (che non piacciono).
Il dibattito
dovrebbe essere un po’ più serio. |