Università più trasparente.

Didattica, informazioni a 360° per gli studenti

da ItaliaOggi del 18.4.2008

 

Un'università trasparente per garantire un'offerta didattica di qualità e comunicarla poi, in modo chiaro, ai diretti interessati: gli studenti. Che d'ora in poi potranno sapere, per esempio, non solo il numero dei crediti assegnati alla disciplina che hanno deciso di seguire, ma anche se il relativo docente è di ruolo oppure no o, se potrà usufruire di servizi di supporto alla didattica come l'orientamento o il tutorato.

A partire dal prossimo anno accademico quindi, secondo lo schema di decreto direttoriale del ministero dell'università e della ricerca, (in applicazione del dm del 16 marzo 2007 con il quale sono ridefinite le classi di laurea), gli atenei dovranno rendere pubblica tutta loro offerta formativa prima dell'avvio delle attività didattiche e comunque entro il 31 ottobre di ogni anno. L'obiettivo: valorizzare il diritto degli studenti a scegliere entro un'offerta didattica trasparente e complessivamente qualificata. E nello stesso tempo innescare una diversa dinamica nella competizione tra le università, che non sia però fondata sulla ricerca di ogni mezzo per aumentare gli iscritti, ma invece, appunto, sulla qualità. Gli studenti quindi sapranno non solo i risultati d'apprendimento previsti per quel corso di studio, ma anche gli sbocchi professionali e la percentuale dei laureati che trovano posto di lavoro a 12 mesi dalla laurea per un determinato corso e prima d'iscriversi potranno sapere l'incidenza degli abbandoni fino ai tempi medi necessari a conseguire il titolo. Non si sono fatti attendere i pareri degli organi competenti. A partire dalla Conferenza dei rettori delle università italiane che, ha dato il suo via libera a condizione che si consideri quest'ultima versione di decreto che ha eliminato l'obbligatoria di alcune informazioni che non sarebbe stata legittima.

Disco verde anche dal Consiglio universitario nazionale che osserva come la maggior parte delle informazioni richieste siano già presenti nelle diverse banche dati ma disperse e non agevolmente rintracciabili. Ecco perché, esorta il Cun, «si tratta ora di fare ogni sforzo per rendere disponibile un'informazione di qualità». Positivo anche il commento del Consiglio nazionale degli studenti universitari che considera questo un provvedimento rivoluzionario per la qualità della didattica universitaria sottolineando di aggiungere nel testo l'opportunità di chiedere agli atenei la pubblicazione dei regolamenti di corso.