'P' come povertà
(degli insegnanti).

da Tuttoscuola, 13 marzo 2008

 

Un polemico comunicato della Gilda degli Insegnanti rimprovera al ministro Fioroni di aver a suo tempo quantificato in 140 euro gli aumenti medi mensili derivanti dall'ultimo contratto, e di aver affermato (era il 7 ottobre 2007, segnala puntigliosamente il sindacato) che questo "permetteva finalmente di valorizzare il fattore ‘P', cioè la professionalità".

Ma a distanza di sei mesi, ribatte la Gilda, "buste paga alla mano, i docenti possono dimostrare che quella ‘P' tanto decantata dal ministro è, invece, il simbolo della povertà sempre più dilagante nella categoria".

Gli aumenti effettivi degli stipendi, secondo il coordinatore nazionale, Rino Di Meglio, sono in realtà di 20-30 euro netti (come, per la verità, sostenuto fin dall'inizio dai Cobas). Per protestare contro questa "ennesima promessa non mantenuta" il sindacato invita i suoi iscritti a spedire al ministro Fioroni e al presidente del Consiglio, Romano Prodi le copie di due cedolini: una precedente e una successiva al contratto: "così da dimostrare, carte alla mano, il mancato rispetto degli impegni assunti dal Governo".

Ma forse di fax ne sarebbe bastato uno solo: al ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa, alla cui arcigna gestione della spesa pubblica si deve peraltro, almeno in parte, la costituzione dell'ormai celebre "tesoretto". Accumulato sulla pelle degli insegnanti, dice la Gilda.