DOMANDE A GIORGIO REMBADO, ASSOCIAZIONE PRESIDI

"Parole pericolose
così si umilia il merito".

Guido Furbesco, La Stampa del 21.4.2008

 

TORINO
Giorgio Rembado, lei è il presidente dell’Associazione nazionale presidi (ora dirigenti scolastici): come valuta l’iniziativa del suo collega di Perugia per una «sanatoria» destinata agli studenti-fannulloni?

«Parto da una premessa: ribadisco la mia contrarietà al modo in cui è stata impostata la questione dei debiti e dei recuperi. Con un approccio centralistico che ha messo da parte l’autonomia degli istituti, il ministero ha deciso per tutti, per esempio fissando in 15 ore la durata del ciclo di lezioni».
 

Con quali conseguenze?

«Per esempio quella di spingere i docenti e i dirigenti sulla strada della quantificazione del lavoro svolto e non di una valutazione che abbia come oggetto la qualità. In pratica: i professori non dovrebbero essere pagati per il numero di ore che fanno, ma per i risultati che raggiungono. Che senso ha una retribuzione così, di tipo impiegatizio? Bisognerebbe cambiare prospettiva, valutare gli insegnanti in un altro modo. Ha senso dire: tu devi fare quindici ore di recupero e per questo impegno verrai pagato un tanto all’ora?»
 

A questo proposito, il preside di Perugia insinua il dubbio che i suoi professori siano diventati severissimi per puntare a racimolare qualche soldo in più con le attività integrative. Secondo lei, è un comportamento diffuso nelle nostre scuole?

«Difficile dirlo: ci sono decine di migliaia di docenti, un vero esercito: ci può essere di tutto, anche chi agisce in questo modo».
 

In un altro passaggio della sua circolare, il dirigente perugino striglia i docenti accusandoli di scarsa professionalità e scarsi risultati.

«Starei attento a generalizzare e a raccogliere in un’unica valutazione negativa il lavoro degli insegnanti. La criminalizzazione del corpo docente è un fenomeno che dura da tempo. Giuste o esagerate che siano le note critiche del preside in questione, ritengo che con questo modo di ragionare non si ottengono risultati di rilievo. C’è già una forte demoralizzazione tra i professori italiani: giudizi complessivi di questo genere non aiutano nessuno».
 

Cari professori, conclude il preside, cambiate registro e cercate di ridurre tutte queste insufficienze: un consiglio davvero sorprendente, non le sembra?

«Parole pericolose, sbagliate: per fortuna, anche nel mondo della scuola l’indirizzo generale va in una direzione opposta: quella del recupero del merito. Bisogna premiare i meritevoli, investire sul loro impegno. E con gli alunni in difficoltà cambiare strumenti e responsabilizzarli, non caricarli di un pacchetto aggiuntivo di lezioni e di ore come avviene ora. Perché le ore in più non le destiniamo alle giovani eccellenze?».