"Non sanno studiare e lasciano la scuola".

Sono molti, troppi i ragazzi trentini che preferiscono abbandonare gli studi.
La metà si fa prendere dallo scoramento nei primi due anni delle superiori, mentre circa un terzo degli studenti universitari del primo anno non si iscrive al secondo.

 l'Adige del 7.4.2008

 

Sono molti, troppi i ragazzi trentini che preferiscono abbandonare gli studi. La metà si fa prendere dallo scoramento nei primi due anni delle superiori, mentre circa un terzo degli studenti universitari del primo anno non si iscrive al secondo. Un abbandono della carriera scolastica che in Trentino è attenuato dalla Formazione professionale, che capta una parte di questi giovani prima che entrino nel mondo del lavoro. Cosa spinge uno studente ad abbandonare la scuola? «I ragazzi non riescono più a studiare. Un fenomeno che si configura come una vera e propria emergenza educativa. I giovani si sentono smarriti perché gli adulti sono incapaci di trasmettere loro gli strumenti per afferrare la realtà, il senso e il significato delle cose». Marcello Sottopietra è il presidente dell'associazione Periscopio, che ieri ha riunito i soci nella prima assemblea generale presso l'oratorio di San Giuseppe in via Veneto. Periscopio è un'associazione di docenti che gestisce il Centro di aiuto allo studio per ragazzi delle medie e delle superiori in via Stoppani, presso la scuola Bellesini. Da quest'anno il centro è attivo anche presso l'oratorio di San Giuseppe, per gli studenti delle superiori, visto l'alto numero di iscritti, ma c'è già un progetto per coinvolgere gli studenti universitari e si pensa di aprire una nuova sede nella parrocchia di Cognola. Nel 2007 Periscopio ha coinvolto oltre 200 studenti, 35 dei quali stranieri, ma sono più di 300 le famiglie coinvolte con l'attività di «grest» o colonia estiva per i bambini delle elementari. «Nel Centro non si fanno ripetizioni. Piuttosto si accompagna lo studente, lo si supporta fino a che è in grado di studiare in autonomia» spiega Sottopietra. Oltre a incontrare nuovi amici nel Centro gli studenti trovano degli adulti disposti ad ascoltarli e guidarli, che li «sbloccano» davanti ai dubbi e alle difficoltà dello studio. «Quando rientrano da scuola spesso i ragazzi sono soli. Una solitudine pesante, che li porta a bighellonare tra computer, tv e frigorifero» continua Sottopietra. «Un luogo dove siano presenti degli adulti aiuta moltissimo. L'azione educativa infatti è sempre svolta dagli adulti. Oggi però viviamo una situazione di debolezza educativa degli adulti, che si rifrange di conseguenza sui ragazzi». A Periscopio i ragazzi tornano a vivere lo studio come una appassionante avventura che li riguarda da vicino. «Negli ultimi dieci anni c'è stato un cambiamento nella scuola» osserva Tiziana Sacchi, una docente dell'associazione. «I ragazzi studiano come prima ma con distacco, con indifferenza, come se la cosa non li riguardasse». Don Valentino Felicetti della parrocchia di San Marco vorrebbe un Centro di aiuto allo studio a Rovereto. «L'abbandono scolastico è un grave problema che la scuola come istituzione tende a negare, mentre è riconosciuto dagli stessi docenti che dentro la scuola operano». Ma non servono altre strutture, sottolinea don Valentino, basta quello che c'è, come gli oratori.