ANALISI
Dove sono i laboratori nelle scuole?
Luigi Berlinguer, La Stampa del
23.4.2008
L’apprendimento scientifico è fattore cruciale
per il funzionamento delle scuole. Lo è anche per lo sviluppo del
Paese e per costruire una democrazia evoluta e consapevole. Il
«Gruppo di lavoro per lo sviluppo della cultura scientifica e
tecnologica» ha proposto il tema della didattica laboratoriale tra
le priorità per la qualificazione della scuola e ha quindi ottenuto
che il ministro Fioroni investisse in laboratori scolastici.
Occorreva nel contempo che si conoscesse la situazione degli spazi
nelle scuole per la didattica di laboratorio, delle dotazioni di
materiali, delle attività di esperimenti, delle osservazioni
scientifiche. Il ministero dell’Istruzione non ha mai disposto di
una documentazione seria al riguardo: il nostro «Gruppo di lavoro»
si è quindi rimboccato le maniche, ha proposto un’indagine, ha
elaborato un questionario (con schede inviate alle 11 mila scuole) e
schede per i docenti di matematica e scienze. Ora abbiamo i
risultati, che saranno presentati oggi a Roma.
L’analisi censuaria è stata rivolta ai presidi. L’analisi mirata,
invece, ha riguardato 1400 scuole, con interviste gestite da docenti
esperti del piano «Insegnare scienze sperimentali» del ministero
dell’Istruzione. Che cosa emerge? Innanzitutto una conferma delle
ipotesi del nostro «Gruppo di lavoro».
La didattica di laboratorio ha una presenza marginale nella
didattica delle scienze a tutti i livelli scolastici. Emblematico è
che questo si verifichi anche nel liceo scientifico. Ci sono,
infatti, marcate carenze qualitative: solo il 42% è in grado di
utilizzare i calcolatori esistenti. Ma la carenza maggiore è
qualitativa, in tema di attrezzature, di difficoltà
logistico-organizzative, di preparazione dei docenti per l’attività
sperimentale. Tutti fattori di qualità che variano da zona a zona e
ripetono il ben noto andamento decrescente del Nord al Sud.
Variano anche da scuola a scuola. Meno della metà dei docenti
frequenta il laboratorio per le discipline scientifiche in misura
significativa. Raramente le attività sperimentali sono inserite in
una pregnante metodologia di indagine: gli esperimenti sono mostrati
dalla cattedra e solo ripetuti dagli studenti. E solo in pochi casi
le attività sperimentali sono collegate in modo sistematico ai temi
del curriculum. Le attività sperimentali, poi, non vengono valutate
specificamente, come avviene in qualche indirizzo di istituti
tecnici. In altri termini, ci sono vuoti e carenze: le attrezzature
sono moderne e funzionanti solo in un terzo dei laboratori nella
seconda superiore e in un quarto nel primo ciclo.
I docenti riconoscono che per loro, ma anche per gli studenti, la
pratica sperimentale è molto importante per un efficace
apprendimento e considerano cruciale sia la loro stessa preparazione
che la disponibilità di strutture adeguate. Che fare allora? Che
cosa suggeriscono i risultati dell’indagine? Occorre proseguire con
investimenti mirati, superando le carenze. Ma occorre anche
sollecitare la collaborazione tra le scuole per le attività di
laboratorio e con le varie istituzioni dotate di strumentazione di
alta qualità (università, enti scientifici, musei della scienza).
Essenziale è tuttavia che si proceda ad un cambiamento nella
didattica scientifica, che da sola gnoseologia deve diventare
esperienza e teoria, insieme, e che l’attività sperimentale degli
alunni sia incoraggiata e specificatamente verificata e valutata.
Gli insegnanti sono la chiave di volta del sistema. Il loro
atteggiamento nel corso dell’inchiesta è stato esemplare e
incoraggiante. Anche per questo è essenziale un nuovo e massiccio
investimento per la preparazione degli insegnanti. In altre parole,
il nuovo Parlamento e Governo si trovano di fronte ad un patrimonio
di indagini, di elaborazione, di «best practices» e di competenze
didattiche nuove: sarebbe positivo se venissero valutate e
utilizzate per continuare l’azione di rinnovamento
dell’apprendimento scientifico, per sostenere adeguatamente lo
sviluppo della cultura scientifica e tecnologica nella scuola e nel
Paese.