Meritocrazia/2.
Ma per la Gilda degli insegnanti
sarebbe controproducente.
da
Tuttoscuola, 7 marzo 2008
I sindacati in materia
di premio al merito, almeno per quanto riguarda gli insegnanti, sono
assai cauti, e non vanno oltre un riconoscimento di principio.
Contrarissimi, naturalmente, i Cobas.
Ma per nulla convinta si mostra anche la
Gilda degli insegnanti,
secondo la quale
"la meritocrazia sembra essere diventata il cavallo
di battaglia di tutti i politici impegnati in questa campagna
elettorale", ma in realtà non può essere considerata "la via maestra
per risolvere i tanti problemi che affliggono il mondo della
scuola", come dimostra l'esperienza del fondo d'istituto:
"un
esperimento, seppur in misura ridotta, di premiazione di chi si
impegna di più e che, invece, ha ridotto la scuola a un progettificio inutile".
Anzi, obietta la
Gilda, c'è da dubitare che pagare di più
"i
cosiddetti migliori" spingerebbe i colleghi a imitarli. Potrebbe
anzi
"scattare il fenomeno opposto, considerato che i più bravi
premiati sarebbero pochi".
Una obiezione, si ricorderà, che fu mossa anche al "concorsone"
ideato nel 1999 da Luigi Berlinguer (e in un primo momento sostenuto
anche dai sindacati confederali e dallo SNALS), che avrebbe portato
benefici economici di una certa consistenza al 20% degli insegnanti.
Secondo la
Gilda "invece di studiare contorti meccanismi per
individuare gli insegnanti degni di merito sarebbe preferibile
cominciare a premiare i tanti maestri e le tante maestre che, come
emerge dall'indagine Ocse-Pisa (si tratta, in realtà, della
IEA-PIRLS, ndr), risultano tra i più bravi in Europa".