Il presidente della Provincia con gli studenti: basta voti umilianti

E Bolzano si inventa il «4 politico».

 Il Corriere della Sera del 23.4.2008

 

MILANO — Duemila studenti delle superiori tedesche di Bolzano sono scesi in piazza per chiedere «il 4 politico», perché i 2 e i 3 «sono troppo difficili da recuperare». I ragazzi hanno incassato l'appoggio di Luis Durnwalder, il presidente della Provincia autonoma: hanno ragione, interverremo parlando con gli insegnanti».

Poi uno dice, le coincidenze. Perché sarà un caso, ma se la studentessa di Pontremoli avesse saputo delle rivendicazioni portate avanti dai suoi coetanei di Bolzano, forse non si sarebbe spinta fino al punto di farsi picchiare da due amiche per «distogliere» l'attenzione dei genitori dalle imminenti udienze con i prof. Motivo: voti bassi, bassissimi. Impresentabili. E così — pare — ieri è scattato il diabolico (e autolesionistico) piano.

A Bolzano, invece, hanno deciso di lavorare d'anticipo. A scendere in piazza per il «4 politico », contro quei 2 e 3 «troppo difficili da recuperare», sono stati, giovedì scorso, duemila studenti delle superiori tedesche. E a sorpresa, lunedì è arrivata l'adesione di Luis Durnwalder, il «presidentissimo» della Provincia autonoma: i ragazzi hanno ragione, ha dichiarato, interverremo in tal senso. Al telefono, «Durni» conferma e approfondisce: «Dobbiamo dare un incentivo ai nostri giovani. Non basta dire che vale la pena studiare: se prendo 2 e alla verifica successiva prendo 8, ecco, 10 diviso due fa 5, no? Così si perde il coraggio, il senso del recupero». C'è anche, in quei numeri, il rischio di un'ulteriore ingiustizia: «Il 90% dei docenti già usano solo i voti dal 4 in su, mentre c'è un 10% di prof che, se non sai niente, ti dà 2. Così abbiamo deciso di intervenire. Non in maniera diretta, la legge non lo prevede; parleremo con gli insegnanti, le scuole».

E così, a quarant'anni dal «6 politico», il gioco ricomincia. Al ribasso, però. «Mi sembra che questi studenti del Trentino si sottostimino: se proprio devi chiedere, chiedi il 6, no? Ragazzi, imparate dalla politica: se con l'1% Lombardo in Sicilia chiede un ministro, chi ha 2 in matematica almeno la sufficienza la deve pretendere...», rilancia il comico Dario Vergassola. Con tutto che, a ben guardare, quel 4 lì proprio da buttare via non sarebbe: «Se vi sembra un brutto voto, chiedetelo a Bertinotti...».

Politica a parte, la battaglia di Durnwalder divide gli addetti ai lavori. Paola Mastrocola, autrice de La scuola raccontata al mio cane e docente in uno scientifico torinese, riassume: «Sono profondamente in disaccordo ». Comunicazione breve (causa impegni non rimandabili) ma inequivocabile. Il pedagogista Benedetto Vertecchi è invece meno netto: «Questi ragazzi non dicono "promuoveteci tutti", il 4 politico è anche una richiesta di uniformità di comportamento da parte dei docenti ». Più in generale, in Italia «abbiamo una scala di valutazione con lo stesso numero di posizioni sia nella parte positiva, che in quella negativa. Ma una volta distinto tra moderata e forte insufficienza, che senso ha? Poi un 2, un 3 sono più giudizi morali che di apprendimento». La soluzione? «Una scala a 5 punti, in cui la posizione centrale è la sufficienza».

Ma il problema, per Eraldo Affinati (prof-scrittore che alla sua scuola, la Città dei Ragazzi, ha dedicato l'ultimo libro), sta ancora più a monte. «Definire con un numero la preparazione è sempre una convenzione tra studente e docente. L'importante non è il 4 o il 6, ma questo patto segreto; la percezione del voto non dev'essere matematica, il giudizio va argomentato, l'oggettività è illusoria. Ai ragazzi va spiegato che il voto è solo l'esito finale di un percorso educativo complesso. E il "4 politico", in questo senso, è una finta soluzione».