Scuola
Tagli al sostegno, Dopo Messina docenti in piazza anche Catania,Agrigento e Salerno ApCOM, 22.8.2008 Roma, 22 ago. (Apcom) - Si estende a macchia d'olio la protesta degli insegnanti di sostegno del Sud per i tagli agli organici applicati dal ministero in vista dell'imminente avvio d'anno scolastico: dopo il sit-in permanente messo in atto dai sindacati davanti all'Usp di Messina, domani scenderà in piazza il Comitato insegnanti di sostegno di Catania e lunedì quello di Agrigento. La prossima settimana sarà la volta dei precari della Campania, con in testa quelli della provincia di Salerno.
La mobilitazione dei docenti non di ruolo è
legata alla volontà del Miur - ma anche del precedente ministro
Fioroni - di attuare una migliore ridistribuzione nazionale dei
posti di sostegno rendendo più omogeneo il rapporto docenti-alunni
disabili: se infatti a livello nazionale viale Trastevere ha di
fatto confermato il numero di docenti complessivi, quel che cambierà
da settembre sarà proprio il rapporto che sino ad oggi è risultato
decisamente più basso nelle scuole del Sud rispetto ai parametri
nazionali. Il problema però, ora, è che migliaia di docenti di sostegno di queste regioni che negli ultimi anni sono stati impegnati per supplenze annuali, in grande maggioranza al Sud, rimarranno senza più posto. Per loro non rimarrà che rimanere a disposizione e subentrare in caso di malattia dei docenti titolari. E ciò ha portato alla protesta dei lavoratori supportati dai sindacati: domani mattina a Catania, dove è previsto il taglio di 242 posti solo sul sostegno, i precari si sono dati appuntamento davanti Circolo didattico "Pizzigoni" dove si effettueranno le assegnazioni annuali. Una decisione analoga è stata presa anche ad Agrigento, dove lunedì scatterà la protesta davanti alla scuola media "Garibaldi" sempre in corrispondenza delle nomine annuali. Secondo il Comitato sostegno di Agrigento, che ha organizzato la mobilitazione, i tagli vanificheranno "in modo assoluto le finalità di integrazione di questi alunni stabilite dalla legge 104 del 1992. Tutto questo - spiegano dal comitato - in un territorio già carente, sotto ogni profilo, di reti di solidarietà sociale, di assistenza alle fasce deboli e di opportunità di reale integrazione". Intanto anche i docenti delle altri regioni stanno organizzando manifestazioni di protesta: a Salerno martedì mattina inizierà un presidio permanente, sempre davanti all'ex provveditorato. A darsi appuntamento, "in modo pure rumoroso, se necessario", fanno sapere con un comunicato unitario il Comitato insegnanti precari, il Comitato genitori alunni disabili ed i Cobas Scuola Salerno. "Partecipiamo tutti e tutte, non è più il momento della delega", è l'appello degli organizzatori ai docenti non di ruolo delle tante classi di concorso interessati ai circa 1.000 posti in meno della provincia di Salerno.
Non è poi da escludere che la protesta si
allarghi nelle prossime settimane anche alle regioni del
Centro-Nord: in questi giorni, ad esempio, i sindacati romani si
sono molto lamentati per i tagli sull'organico di circa 800 posti di
docenti (oltre 550 dei quali alle superiori) nella sola capitale. A
livello nazionale i Comitati di base hanno già programmato uno
sciopero per il 3 ottobre. Gli altri sindacati, invece, aspetteranno
probabilmente l'esito dei tavoli tecnici (al via dai primi di
settembre) concordati lo scorso 6 agosto dal ministro Gelmini con le
parti sociali: tavoli dove si cercherà ditrovare un accordo su
soluzioni il meno possibile dolorose per i lavoratori in vista degli
ulteriori forti tagli previsti dalla finanziaria. La trattativa si
preannuncia particolarmente difficile. |