Il dibattito politico culturale
tra luglio e agosto.
Gelmini Star.
di Aristarco Ammazzacaffè,
ScuolaOggi,
27.8.2008
Mi ha molto allietato - e arricchito -, durante
le vacanze e oltre, il dibattito politico culturale che si è
sviluppato sui nostri giornali e le risposte dei lettori ai vari
sondaggi che ormai ne sono diventato pane quotidiano.
Cito a caso, tanto per iniziare, il quesito di un sondaggio, non so
se di “Libero” o del “Giorno”, sulla ministra Carfagna: "Siete o no
favorevoli all'affermazione del Premier per cui la Ministra è
signora dai sani principi e la nuova Maria Goretti del nostro
paese?". Le risposte, al 90% d'accordo con Berlusconi, hanno
evidenziato comunque due aspetti distintivi: il primo (in misura del
45%) di chi chiedeva chiarimenti sui "sani principi" e il secondo
(stessa percentuale) di che non sapeva chi fosse Maria Goretti (su
di lei non avevano visto nessuna fiction in Tivvì).
O anche il sondaggio, forse sul “Giornale”, su
una dichiarazione di Maurizio Gasparri, portavoce del Governo, sul
Consiglio Superiore della Magistratura: "Il CSM è, anche secondo
voi, una cloaca?" (le risposte: 45%: sì; il 12%: così così; il 25%:
ignorava il significato di cloaca; il resto: dispersi).
Interessante anche il dibattito, che si è
sviluppato su un quotidiano, al cui centro c'era l'affermazione del
Premier che si paragonava al Brunello "che invecchiando migliora".
Sono intervenuti sulla questione letterati e scienziati di destra e
di sinistra, politologi ed ematologi, endomologi, etnologi ed
enologi; e anche teologi (sull'Osservatore Romano. Il papa era in
vacanza). Non so se è seguito sondaggio tra i lettori. Tornarci.
Un posto molto importante, quello occupato dal
Ministro delle riforme, on. Bossi, nelle cronache e nei commenti
dotti di non pochi giornalisti opinionisti.
(Tra parentesi. Avendo qualche dubbio, ho voluto verificare
personalmente: Bossi è veramente ministro della Repubblica Italiana,
fatevene una ragione).
Riferisco qui solo sinteticamente, per pura compiutezza di quadro, i
risultati di due inchieste su altrettanti eventi o affermazioni che
lo hanno visto protagonista.
La prima inchiesta assumeva come base di partenza i dati riguardanti
il sondaggio, su “Libero”, mi sembra, relativo al quesito: Il
Ministro Bossi, per esprimere il suo 'particolare apprezzamento
critico' per il nostro Inno Nazionale, ha alzato il dito medio. E
voi?". Illuminanti i risultati. Il 48%, allineato col Ministro, ha
espresso interesse per dito medio, soprattutto per i valori che
esprime; il 20 %, per l'anulare (a conferma esplicita dell’amore
tutto italico per la famiglia); solo il 3% per il mignolo (chissà
poi perché. E' un caso di discriminazione? O spia di un complesso?
Indagare). Il resto non aveva capito la domanda. Troppo complicata
con tutte quelle dita.
La seconda inchiesta faceva riferimento alla
bocciatura del figlio di Bossi, agli Esami di Stato, per via della
sua tesina su Cattaneo. La denuncia, espressa dal padre e rimbalzata
su tutte le reti nazionali e su tutti i giornali, ha permesso di
sviluppare un autentico dibattito sui mali della scuola italiana e
sulla qualità dei professori meridionali (finalmente. Era ora). Il
dibattito ha permesso di arrivare a questo importante risultato: il
bossino, colto e intellettualmente vispo come il padre ministro, nel
colloquio della maturità, aveva creativamente scambiato Carlo
Cattaneo, il grande pensatore lombardo, con Ivan Cattaneo, il grande
cantatutore emiliano. E per questo sarebbe caduto: praticamente come
un eroe padano. Per la terza volta di seguito. Anche quindi un
genio, tra l'altro.
Molto spazio anche sui 3000 soldati a presidio
delle nostre città, con tanto di tuta mimetica, cappello, scarponi
con anfibi (che d'estate esprimono virilità e danno ovviamente
sicurezza) e Beretta di ordinanza.
Ma sull'evento e sul dibattito conseguente non mi è bastata la
forza. Per me La Russa è troppo. C'è mancato poco che chiedessi
asilo politico al Paese straniero in cui facevo vacanza in quel
periodo.
Ovviamente anche la scuola e i suoi annosi problemi nel dibattito.
Il là lo ha offerto il Ministro in persona, proponendo, a rimedio
dei tanti mali che l'affliggono, nell'ordine: a. il ritorno al
grembiule (con il conseguente coinvolgimento dei grandi stilisti e
delle loro case. Esclusi Dolce e Gabbana: Bagnasco è contrario); bi.
la riproposizione del 7 in condotta, o anche del 5 (ma, a questo
punto perché discriminare i voti dall'uno al quattro? Io aprirei un
dibattito a parte); ci. un'ora settimanale di educazione civica
(novità assoluta per chi di scuola sa, come si sa); di. corsi
intensivi per i docenti di quattro regioni del Sud (domanda
d'obbligo: E quelli delle altri regioni meridionali? Rifaranno il
concorso? E i meridionali del Nord? Dove li mandiamo? Si discrimina
anche qui? E dov’è finita l’uguaglianza? Boh!). Come si vede, tutti
provvedimenti, comunque, volti a significare la centralità, nella
nuova scuola gelminiana, di decoro e rigore, di educazione e
tradizioni, di bossi e berlusconi. Praticamente l'Italia che avanza.
Sulle varie dichiarazioni e provvedimenti del
Ministro, tutti ovviamente ed equamente entusiasti: Commentatori e
opinionisti, cronachisti e fuochisti. E vigili del fuoco in tenuta.
Finalmente un'Italia coesa. Un'Italia unita.
Qualche eccezione, qua e là, ma poco significativa e influente.
L'unica voce pesante - e veramente stonata - è stata quella di
Francesco Merlo su Repubblica (ma come si permette?) ai primi di
agosto. L'opinionista (se proprio si vuole chiamarlo così),
contraddicendo i suoi illustri colleghi di giornale - in primis
Mario Pirani seguito da Pietro Citati, tutti osannanti giustamente
alle proposte della Gelmini -, le spara grosse e ad altezza d'uomo
(si fa per dire. Solidarietà alla Ministra).
Vale la pena di riprendere i termini del suo ragionamento, a
significare quanto può pesare il pregiudizio del buon senso.
L'articolo in questione punta nientemeno che a mettere in guardia
dalla "vacuità di questa Gelmini" e dai punti cardine della sua
"riforma - teatrino, che scambia l'ombra con la realtà" (Proprio
così! Testuale. Ma si può!). "La buona condotta, l'educazione civica
e la divisa - chiarisce greve - qui sono soltanto vacuità,
espedienti distintivi di una inadeguatezza e di una estraneità alla
scuola". E incalza, evidentemente "fuori": "Questo dibattito
nostrano sul look scolastico non solo è fatuo, è anche un alibi: qui
siamo al trucco, al parlar d'altro e quindi alla colpevolezza. In
Italia non ci vogliono grembiuli, ma edifici, aule, strumenti di
didattica, un nuovo sistema di stipendi, di aggiornamenti e di
incentivi…". (ma senti! E quanto mai! Ma chi lo paga il blasfemo
dileggiante?).
Comunque la si pensi, le uscite di Merlo mi sono
sembrate decisamente eccessive. Perché, della neo ministra, tutto si
può dire: che è una bella statuina (anzi bellissima: La Russa, suo
collega di gabinetto, ci sbava dietro ogni volta che la vede e non
manca un Consiglio dei ministri per mostrarle la lingua penzoloni e
l'occhietto languido; mentre Berlusconi cerca rapporti d'occhi con
la Carfagna); si può anche tollerare che si dica di lei che capisce
di cose scolastiche che neanche uno della Lega; che è, diciamo così,
incongrua (questo se proprio volete, ma io non ci sto).
Ma non si può, in nessun caso (qui veramente - se devo farlo - mi
dissocio in modo netto e vibratile), dire di lei che è "vacua". No.
Non lo merita, almeno non ancora del tutto. Diamole almeno tempo.
PS. Da fonte certa ho appreso che quando Pirani
ha letto il pezzo del collega Merlo (Citati non l'ha neanche preso
in considerazione: lui è tipo che legge solo se stesso), ha
telefonato al direttore di Repubblica per chiedere spiegazioni; e,
non avendole ottenute, ha dato le dimissioni dal giornale. E ha
chiesto, subito dopo, la mano alla prof. scrittrice Paola Mastrocola
che ne sta parlando adesso col suo cane "Bau bau", lo stesso del suo
masterpiece: La scuola raccontata al mio cane. (Per tale acquisto da
tempo ho chiesto rimborso alla casa editrice per pubblicità
ingannevole e abuso doloso della libertà di stampa).