La farsa
dei nuovi esami di riparazione.

Tempi non rispettati, insegnanti cambiati. E in alcune materie i corsi saltano

Elisabetta Pagani La Stampa, 26.8.2008

TORINO
Quest’estate il greco torna a far paura agli studenti del classico. Non succedeva dal 1995. «Per 12 anni - sottolinea Innocente Pessina, dirigente scolastico del Berchet di Milano - si poteva brillantemente arrivare alla maturità senza aver mai aperto un libro di versioni». A patto, certo, di non avere altre insufficienze. «Merito» dell’abolizione degli esami di riparazione e del sistema dei debiti formativi.

Quest’anno si cambia di nuovo: i corsi di recupero restano, ma in più arrivano le verifiche per controllare che il debito sia stato saldato. E il tutto deve chiudersi entro il 31 agosto (con possibilità di proroga). «Un passo avanti», commenta Pessina, come tanti colleghi. Ma a parte la correzione di questo «paradosso», l’Italia frastagliata delle autonomie scolastiche concorda: «Il sistema non funziona. Nessuna lacuna si recupera in 15 ore e l’obbligo del 31 agosto è inosservabile». Verifiche e scrutini slittano a settembre, creando disagi ai docenti e caos nella formazione delle classi.

«Il 31 agosto scattano trasferimenti e pensioni degli insegnanti - spiega Enrico Panini, segretario della Cgil scuola - quindi circa nel 20% dei casi a valutare gli studenti non sarà lo stesso docente che ha dato loro il debito». La prassi è richiamare all’ordine gli stessi professori (che per ogni ora percepiranno 50 euro lorde), che però possono opporsi.

Fra i problemi spunta anche la sovrapposizione delle date. «In Lombardia le lezioni partono l’8 settembre - sottolinea Attilio Paparazzo, Cgil Milano - ma in quei giorni ci saranno gli scrutini, come si fa a formare le classi con i bocciati? Impossibile». Fra i pochi puntuali il liceo Visconti di Roma. «Volevamo evitare di offrire ai genitori il pretesto per fare ricorso al Tar, visto che l’anno si chiude il 31 agosto e le bocciature si sarebbero verificate a settembre», argomenta il preside Rosario Salamone.

Altra mosca bianca l’Istituto professionale Umberto Nobile di Napoli: corsi e verifiche chiusi a luglio. Non per tutte le materie, però, sono stati attivati: «Per le discipline minori - precisa la preside, Pina Bonaiuto - abbiamo creato degli “sportelli”, cioè due ore con l’insegnante che consiglia cosa studiare. I soldi non bastavano: avevamo solo 30 mila euro».

«Se un collegio di classe dà un debito è obbligato a fornire un corso di recupero - spiega Paparazzo - e quindi tanti istituti hanno dovuto adottare “trucchetti” per le materie secondarie. Una sorta di 6 politico per evitare alla scuola l’obbligo di accollarsi un numero infinito, e costoso, di corsi di recupero». Nonostante le risorse aggiuntive stanziate dal ministero (57 milioni di euro che si sommano ai 197 già previsti), i soldi non bastano.

«Una gran confusione - commentano i presidi - con la presunzione di far recuperare le lacune in poche ore». «Un’idiozia solenne - calca la mano Roberto Proietto del liceo Bottoni di Milano - che obbliga studenti e insegnanti a stare a scuola anche a luglio, accavallandosi con gli esami di maturità». «Da noi - gli fa eco la preside dell’Umberto Nobile - alcuni studenti, soprattutto stranieri, sono stati costretti a saltare i corsi: l’estate è l’unico momento in cui possono tornare nel loro Paese con la famiglia. Li abbiamo dovuti bocciare».