Bonus per gli alunni migliori?

Paolo Mazzocchini da DocentINclasse, 27.8.2008

La stampa nazionale in questi giorni dà notevole risalto alla consuetudine sempre più diffusa nelle nostre scuole superiori di premiare con danaro gli alunni più bravi (che riportano cioè una media finale dall’8 in su) con i fondi d’istituto.
Ritengo l’iniziativa in sé positiva e condivisibile, ma meritevole comunque di qualche obiezione e puntualizzazione:

1) queste borse (o bonus che dir si voglia) ammontano spesso a cifre poco più che simboliche (80-100 euro annuali) per il singolo alunno meritevole, mentre costano non poco agli istituti (ai quali mancano spesso strumenti didattici essenziali); sarebbe perciò opportuno ridurre il numero delle borse e innalzare il tetto di profitto dei beneficiari.

2) tanto più opportuno sarebbe questo innalzamento, se si tiene conto che ormai in molte scuole l’8 di media è raggiunto da una buona percentuale degli studenti non in virtù di una reale eccellenza, bensì perché i voti sono gonfiati; e i voti della fascia alta sono gonfiati perché in realtà sono spinti verso l’alto dalle numerose promozioni fasulle e dai numerosi 6 ‘finti’ o ‘politici’.

3) molti istituti, per offrire queste borse di studio, ricorrono a finanziamenti degli sponsor esterni: niente di male, se non fosse che questi sponsor vogliono prima o poi comandare e contare, in un modo o nell’altro, dentro gli istituti stessi minacciando la libertà d’insegnamento.

4) le borse sono erogate con fondi delle singole scuole ‘autonome’, quindi con inevitabile disparità di trattamento economico per i meritevoli da una scuola all’altra; sarebbe molto meglio che le borse fossero perciò finanziate con denaro pubblico e con criteri uguali per tutti sull’intero territorio nazionale

5) resta infine una obiezione di fondo, che viene sollevata anche da Elena Loewenthal in un articolo recente su La Stampa: ma è proprio giusto che chi fa semplicemente il proprio dovere venga premiato in danaro? Non sarebbe più serio se si punisse con maggiore severità (magari, aggiungerei, facendo pagare alle famiglie almeno in parte i corsi di recupero) quelli che il proprio dovere non lo fanno?

Concludendo: personalmente credo che delle borse per i bravi possano essere erogate, ma che contestualmente si debba essere più rigorosi nella valutazione dell’eccellenza e del merito (o demerito); altrimenti si rischia un’operazione di facciata; e si corre anche il pericolo di sottrarre fondi (ormai sempre più magri) necessari per l’organizzazione ottimale del lavoro scolastico e (perché no?) per premiare un altro merito (quello sì davvero del tutto negletto e dimenticato): quello degli insegnanti migliori.