Istruzione. Il ministro Mariastella Gelmini
annuncia corsi intensivi per gli insegnanti meridionali

«Il Sud abbassa la qualità
della scuola italiana».

Roberto Rizzo Il Corriere della Sera, 24.8.2008

MILANO — «Corsi intensivi per gli insegnanti di Sicilia, Puglia, Calabria e Basilicata», perché «al Sud alcuni istituti abbassano la qualità della scuola italiana ».
Fanno rumore le parole pronunciate ieri sera a Cortina d'Ampezzo dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini intervistata dall'editorialista del Corriere della sera Ernesto Galli DellaLoggia

«La scuola è elemento unificante dello Stato e i programmi devono essere uguali per tutti. Ma la scuola deve aprirsi al contesto territoriale e alzare la propria qualità abbassata dalle scuole del Sud».

Un attacco diretto anche se a preoccupare il ministro «non è la provenienza dell'insegnante ma le sue capacità. L'esodo non è mai favorevole alla scuola, sia esso dal Sud al Nord che viceversa».

Frasi destinate a scatenare polemiche alla vigilia del nuovo anno scolastico mentre, proprio al Sud, si allarga la protesta degli insegnanti di sostegno per i tagli agli organici con manifestazioni e sit-in in Sicilia e Campania. Per Gelmini, oggi la scuola è diventata uno «stipendificio, un modo per creare occupazione ». Per cambiare il sistema, per eliminare «il livello di insoddisfazione generale» è «indispensabile una rivoluzione: premiare il merito e liberare le risorse. Oggi il 97% del bilancio del ministero è utilizzato per pagare stipendi troppo bassi. Il 30% dei risparmi che andremo a conseguire grazie a una riduzione degli sprechi e del numero degli insegnanti potrà essere reinvestito premiando chi è disponibile a fare formazione continuativa e chi raggiungerà i risultati migliori».

I numeri dicono che i tagli previsti sono impressionanti: 85 mila insegnanti tra il 2009 e il 2011: «Siamo tutti preoccupati ma chi critica indichi una strada diversa». Infine, una bacchettata alle famiglie «che non devono fare i sindacalisti dei ragazzi ma stare dalla parte dell'insegnante. Altrimenti è lo studente a farne le spese».