La voglia di recedere dal fondo credito.

da Tuttoscuola, 18/9/2007

 

Tra i tormentoni di fine estate ce n’è uno piccolo che fa drizzare le orecchie ai dipendenti statali, compresi quelli della scuola. È la ritenuta per il fondo credito che grava sulla busta paga nelle misura dello 0,35% e che voci insistenti danno non più per obbligatorio con possibilità di chiederne la cancellazione.

Si tratta di una ritenuta mensile che da almeno 30 anni grava sullo stipendio degli statali e che oggi ha un peso equivalente a circa 10 euro al mese e che secondo alcuni non è più obbligatoria, e, per liberarsene, bisogna chiederne il recesso all’Indpap.

La notizia è vera a metà, perché questa facoltà di recesso esiste, ma riguarda i pensionati statali i quali da aprile sono assoggettati a questa ritenuta (nella misura però soltanto dello 0,15%) per effetto del decreto ministeriale n. 45/2007 del Ministero dell’Economia.

Se il recesso non viene richiesto entro il prossimo 31 ottobre 2007 la ritenuta, provvisoriamente applicata, diventa definitiva a tutti gli effetti.

Sono pertanto i pensionati statali, compresi quelli della scuola, ad essere interessati a questa possibilità di chiedere che la contribuzione non venga più effettuata. In caso di mancata comunicazione all’Inpdap della propria provincia, scatta il silenzio-assenso e la ritenuta continua ad operare. Per i dipendenti in servizio, invece, quello 0,35% resta obbligatorio senza possibilità alcune di richiederne il recesso.