Il governo blocca la legge. Formigoni: "Decisione ripugnante"

Scuola, stop alla riforma regionale.

Il ministro: "Non si possono fare leggi accollandone il costo agli altri"
Il governatore: "Beppe il bugiardo è nemico di insegnanti, famiglie e studenti".
In pericolo i corsi triennali per trentamila studenti.
Fioroni: "In Lombardia un brutto modo di fare politica".

Andrea Montanari la Repubblica del 30/9/2007

 

Il governo impugna la nuova legge regionale sulla scuola appoggiata anche dall'Ulivo e il governatore Roberto Formigoni si infuria contro il ministro dell'Istruzione Beppe Fioroni, che viene definito addirittura «Beppe il bugiardo, che vuole riportare la scuola ai tempi di Gentile. Nemico degli insegnanti delle famiglie e degli studenti». Con la foga di un fiume in piena il presidente della Regione ha reagito ieri alla notizia del ricorso del governo alla Corte costituzionale deciso a suo dire «clandestinamente» dall'ultimo Consiglio dei ministri. «Una decisione ripugnante - sbotta - che apre un conflitto forte, che rischia di avere conseguenze molto gravi. Cala il sipario sui cosiddetti corsi triennali, che la Lombardia ha avviato per 30mila studenti. Fioroni vuole relegare la formazione ai margini di un sistema, altro che parità con i licei. Vinceremo il ricorso, ma ci faranno perdere tempo. E dire che avevamo accolto tutte le osservazioni, tanto che il consiglio regionale aveva approvato il testo con l'astensione dell'Ulivo». L'assessore regionale all'Istruzione Gianni Rossoni sembra meno catastrofico: «Per quest'anno nessun problema: i corsi sono già partiti, ma se la Corte non decide in fretta non potremo raccogliere le pre-iscrizioni».

Durissima la replica del ministro dell'Istruzione Beppe Fioroni: «Quando si usano toni non all'altezza dell'istituzione che si rappresenta e le parole scavalcano non solo il limite del rispetto dell'altro ma anche la cultura della moderazione, alla quale pur si rivendica di appartenere, ci si commenta da soli. È poi singolare che il presidente della Lombardia, dopo aver impugnato due leggi del Parlamento che la Consulta discuterà nel 2008, continui ad adottare provvedimenti come se avesse già ottenuto ragione continuando ad ignorare le leggi. La cosa che più sorprende è l'accusa, priva di fondamento, di essere nemici della formazione professionale. Formigoni sa che apprezzo a tal punto i percorsi triennali della Lombardia da aver aumentato dell'80 per cento e da averli inseriti nelle norme per l'obbligo di istruzione. Allora sarebbe bene non strumentalizzare né depistare i 30mila ragazzi inseriti in quei percorsi, ma far sapere che quei corsi potranno proseguire grazie ai finanziamenti di questo governo. Fare, invece, leggi o riforme senza copertura finanziaria, accollandone il costo ad altri, questo sì che è un brutto modo di fare politica». Controreplica di Formigoni: «Solo altre bugie. L'incontro non riguardava la scuola e non c'è stato alcun aumento del finanziamento».

L'imbarazzo nell'Ulivo lombardo, che in pochi mesi ha visto impugnare dal governo anche altre leggi condivise è forte. «Sembra proprio che il governo non senta più aria non dico di federalismo, ma nemmeno di regionalismo» protesta il segretario regionale della Margherita Guido Galperti. Per Sara Valmaggi dell'Ulivo, «la Regione ha avuto fretta». Il ministro per gli Affari Regionali Linda Lanzillotta chiarisce che «il ricorso non sospende gli effetti della legge». E che i rilievi «non riguardano aspetti politici, ma solo tecnici». Il finanziamento paritario degli istituti professionali pubblici e privati e la definizione dei profili professionali che spetta solo allo Stato. «Nessuna preclusione, ma ogni innovazione deve misurarsi con i vincoli della Costituzione vigente».

Canta vittoria, invece, Rifondazione comunista. «Il ricorso è un'ottima notizia - commenta Luciano Muhlbauer - La legge è piena di elementi di incostituzionalità, dato che prevede un finanziamento diretto della scuola privata vietato dalla legge nazionale».