Il nostro sistema scolastico è attratto dalle
orecchie d'asino
Attenzione a classi speciali e sessite, Franco Frabboni da ItaliaOggi del 4/9/2007
Alcune ricerche psicopedagogiche europee, del tutto inaffidabili, in quanto prive del marchio d'origine controllata, ma strillate dai megafoni mediatici, hanno dato palcoscenico a due antichi fantasmi avvolti nel mantello della discriminazione/ selezione che, ingenuamente, pensavamo in pensione da tempo. Promettono, con il sogghigno del gufo, una scuola paese dei balocchi. La domanda che ci porremo in queste righe è un po' questa. Il nostro sistema scolastico è attratto dalle orecchie d'asino di nome esclusione e separazione?
1. L'esclusione è la veste indossata dal
fantasma che invita alla riapertura delle scuole speciali (in
subordino, classi speciali) per i ragazzi disabili: e perché no, anche
per gli extracomunitari. La tesi, non originale, è che scuole separate
e omogenee garantiscono un'opportunità migliore per l'utenza
handicappata o titolare di una cultura/altra. Questo primo fantasma si
rivolge alle famiglie per informarle che la scuola del Duemila dovrà
trasformarsi in una sorta di America's Cup nella quale chi conquista
le prime file della griglia di partenza può sperare di potere
concludere positivamente la regata. Coloro invece che sono confinati
in coda è preferibile non prendano neppure il via.
2. La separazione è la veste indossata dal
fantasma che invita al ritorno al medioevo della scuola: quella che
separava i maschi dalle femmine. Prima dell'estate, alcuni quotidiani
nazionali hanno scosso il mondo scolastico con questa notizia: anche
in Italia (dopo gli Stati Uniti e l'Inghilterra) sta diventando di
tendenza il ritorno ad un modello didattico single-sex. In nome della
libertà (?) formativa, un numero crescente di scuole private (e
finanziate dallo stato) separano le femmine dai maschi. Il loro slogan
pedagogico (di stimolante richiamo per le famiglie/bene) si fonda su
questa promessa. Se venite nelle nostre scuole vi garantiamo
un'educazione omogenea e del tutto differenziata per sesso. Il che
assicura ai vostri figli di imparare/meglio la lezione
dell'insegnante. Dunque, l'omogeneità come ontologia educativa. Questo
consiglio per l'acquisto, rivolto a genitori probabilmente già poco
tolleranti della promiscuità di genere, è pieno di rischi e traumi
formativi. È da analfabetismo pedagogico l'offerta di classi separate
per sesso, perché procura un enorme danno educativo alle bambine e ai
bambini, alle ragazze e ai ragazzi. Attenzione genitori!
L'imparare/meglio che campeggia negli spot che benedicono questa
surreale offerta di istruzione porta alla deriva. Dal monitor di
questa scuola reclamizzata come un dentrifricio scompaiono le
dinamiche relazionali e cognitive più formative. A partire dal dialogo
e dal confronto delle idee tra sessi diversi, dalla coeducazione, dai
laboratori, dalla ricerca, dall'interdisciplinarità. Si ritorna a capo
chino alla vita claustrale di classe. Dove si insegna e si impara a
pappagallo al solo scopo di rispondere alle domande/quiz degli
insegnanti. Siamo all'ingresso nella scuola della bassa cucina
cognitiva che la tv ci propina giorno dopo giorno. Ovviamente, una
scuola tutta/quiz costringe gli scolari al pensiero/unico e alla
rottamazione della loro potenziale mente plurale e creativa. E
torniamo alla domanda di fondo: il nostro paese si sta facendo
incantare dallo specchietto per le allodole che promette classi
single-sex con le orecchie da asino? Forse sì. E una scuola
dell'autonomia dal timone incerto potrebbe cedere alle lusinghe di
questa sirena della notte.
Franco Frabboni preside della facoltà di
scienze della formazione primaria Università di Bologna, componente
della Commissione nazionale per le Indicazioni. |