Il tempo prolungato della scuola media
 salverà il tempo pieno della elementare?

da Tuttoscuola, 19/9/2007

 

Nell’articolo 1 decreto legge n. 147/2007, dove si parla di ritorno del tempo pieno tradizionale (doppio organico di docenti titolari per ciascuna classe), mentre si limita l’attuazione o l’ampliamento del "nuovo" tempo pieno alla dotazione complessiva dell’organico di diritto, si aggiunge anche che "Il numero dei posti complessivamente attivati a livello nazionale per le attività di tempo pieno (scuola elementare) e tempo prolungato (scuola media) deve essere individuato nell'ambito dell'organico di diritto". Nessun aumento, dunque, ma compensazione tra i due modelli organizzativi.

Questa formula potrebbe rappresentare una via di uscita a favore del tempo pieno con "donazione di sangue" da parte del tempo prolungato: due modelli organizzativi decisamente diversi con aspetti qualitativi prevalenti nei riguardi del primo.

In diverse realtà territoriali, soprattutto, al sud, l’assenza di mensa nelle scuole medie con classi organizzate a tempo prolungato comporta un ridotto (o nullo) ritorno di alunni nel pomeriggio con elevatissima compresenza di insegnanti e con conseguente spreco di organico.

Se il Ministero dovesse intervenire proprio su quelle situazioni con decisa riduzione di posti, potrebbe verificarsi un trasferimento di organico (non di insegnanti, ovviamente) dalla scuola secondaria di I grado alla scuola primaria, consentendo un aumento del tempo pieno.

C’è da osservare che, rispetto al testo del disegno di legge 2272ter in discussione alla Camera, la nuova formulazione del decreto legge 147 non prevede più una programmazione di interventi territoriali, d’intesa con la Conferenza unificata, per portare il tempo pieno, come aveva più volte annunciato il ministro Fioroni, in alcune realtà critiche che ne sono prive (come, ad esempio, Napoli, Palermo).