I precari storici contro Fioroni:
non ci chiami prof “di risulta”.

di Alessandro Giuliani  La Tecnica della Scuola del 17/9/2007.

Contestata la definizione usata dal Ministro nella lettera d’inizio anno. Dura protesta anche dai componenti del forum www.precariscuola.135.it: “per tanti anni abbiamo consentito alla scuola italiana di funzionare in modo corretto”.

“Docenti per scelta, non per risulta”: è la frase che gli insegnanti precari contestano al ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, dopo che lo stesso ministro l’ha usata nella lettera inviata agli operatori scolastici all’inizio del nuovo anno scolastico.
“E’ oltraggioso e calunnioso ritenere gli insegnanti in servizio a tempo indeterminato o saltuario e tutti quelli temporaneamente disoccupati docenti di risulta e non per scelta”, ha tuonato Gianfranco Pignatelli, presidente dei Comitati insegnanti precari.
“Una o più lauree – ha detto il rappresentante dei Cip -, svariati concorsi a cattedra, altrettanti corsi abilitanti, specializzazioni universitarie, master, perfezionamenti e molto altro non sono ancora sufficienti a giustificare una ‘scelta’?”.

Nella lettera rivolta a tutti gli operatori scolastici, il ministro Fioroni aveva scritto che “la trasformazione delle graduatorie permanenti in graduatorie ad esaurimento e la progressiva immissione in ruolo dei precari, consentirà l'individuazione di una modalità di formazione e reclutamento degli insegnanti che permetta alla scuola di avere sempre docenti per scelta, non per risulta, e di bandire concorsi che, sul numero di posti certi, al termine di un biennio esauriscano la propria validità”.

Ai precari non è andata giù quella che nelle intenzioni del Ministero doveva probabilmente essere un’espressione per sottolineare sia l’inquadramento in ruolo di 150.000 docenti in tre anni che, soprattutto, la volontà del ministero di cambiare le modalità di reclutamento.

Quel ‘docenti per scelta, non per risulta’ non però è piaciuto, soprattutto ai precari storici: migliaia di insegnanti che fanno supplenze da tanti, troppi, anni e che non se la sentono di essere così etichettati.

Per loro fare l’insegnante è una chiara e precisa scelta. “Se non bastasse, il calvario professionale – continua Pignatelli - che comporta da uno a tre decenni di precarizzazione in regime di caporalato di stato, giustifica le ragioni di una “scelta” netta e nobile? Verrebbe da chiederle, signor Ministro, il suo incarico attuale è per scelta o per risulta? Sbaglio o per scelta aveva deciso – da grande - di fare il medico? Spero che, strada facendo, non si sia accorto che era una professione troppo alta e nobile. Comunque sia, per certo, gli operatori della scuola – conclude il rappresentante dei Cip - (lo siano per scelta o per risulta) meritano di più, molto di più”.

L’indignazione è anche nei commenti fatti dai componenti del forum www.precariscuola.135.it: “si ricordi signor ministro – scrivono - che noi siamo insegnanti per scelta, non per risulta; abbiamo investito sogni, aspettative, speranze in una carriera che vale la pena di percorrere perchè le vere e uniche gratificazioni arrivano dagli studenti e dalle famiglie, certamente non dal ministero a cui facciamo capo”.

I precari dell’attivo e frequentato forum indicano proprio il ministero della Pubblica Istruzione colpevole del loro stato di lavoro ancora precario: “ha fatto e fa di tutto per demoralizzarci, ci ha costretto in una situazione umiliante quale la lunga via del precariato, ci ha reso impossibile fare progetti, ci costringe puntualmente tutti gli anni nel meccanismo perverso e impossibile del punteggio e del valzer delle convocazioni, che ci nega ogni minima continuità, che ogni anno richiede da parte nostra abnegazione, adattamento e continue umiliazioni”.

Alle proteste si aggiunge, infine, l’invito ad investire di più nel mondo della scuola: chiedono “al ministro Fioroni di occuparsi seriamente dei problemi della scuola, di portare a compimento il piano triennale di immissioni in ruolo, di assicurare alle scuole dei finanziamenti stabili, di non abbandonare gli studenti disabili al loro infelice destino e di smetterla di offendere i docenti precari, che hanno per tanti anni consentito alla scuola italiana di funzionare in modo corretto, chiamandoli personale per risulta”.