Il moto circolare della didattica ministeriale.

Come si può essere più avanti stando fermi.

Paolo Mazzocchini da DocentINclasse, 20/9/2007

 

L’ho scoperto da poco. Da quando Fioroni, ispirato da chissà quale Musa, ha rispolverato la grammatica e la matematica. Ho scoperto che il tempo delle teorie didattiche ministeriali è circolare. Adesso è moderno ed efficace ciò che lo era trent’anni fa. Tutto quello che è passato in mezzo, dalla didattica interdisciplinare, a quella della progettualità, al modello ‘reticolare’ mutuato dal web, alla multimedialità taumaturgica, tutto ciò è stato (finalmente, diciamolo, deo gratias agimus!) superato e cestinato grazie al moto virtuoso circolare che ci ha ricondotti al punto di partenza: tabelline, paradigmi, rigore metodologico e (sia benedetto il cielo!) rivalutazione dei contenuti forti e specifici delle varie discipline.

Tanto ci voleva: bastava aspettare, stando fermi. Io che non mi sono mai mosso, io che ho continuato a credere che i principi fondamentali dell’insegnamento siano sottratti alle mode e ai capricci del tempo, ero dunque avanti, avanti a tanti miei colleghi che impazzivano e impazzavano dietro moduli, sperimentazioni, progetti, diavolerie al computer e tutto il restante marasma didatticologico degli ultimi vent’anni. Già, perché se si sta fermi su di una circonferenza si è contemporaneamente avanti e indietro rispetto ad un altro punto che si muove su di essa.

Oggi finalmente il punto in cui mi trovo e mi sono sempre trovato è stato raggiunto dal moto periodico della didattica ministeriale, coincide miracolosamente con quello su cui la mole ingombrante di Fioroni ha deciso di posizionarsi: io, il passatista, sono ora à la page, e gli altri sono finalmente vecchi, sorpassati. Quale sottile, frigida, ma profonda soddisfazione!. Per il momento almeno. Fino a quando (fra quanto?) il trenino ministeriale si rimetterà in movimento sui binari del tempo ciclico della didattica nostrana... E allora sarò di nuovo indietro. O avanti?