Decreto-legge sulla scuola:
molto fumo, poco arrosto.
di R.P. La
Tecnica della Scuola del 9/9/2007.
Resta il tempo pieno, ma nei limiti degli organici
attuali, il Tesoro pagherà le supplenze per maternità usando soldi già
destinati alle scuole, i compensi per i commissari d'esame saranno
liquidati tagliando altri fondi per l'obbligo scolastico e per i libri
di testo gratuiti.
Per comprendere bene la vera portata del decreto legge
sulla scuola approvato il 5 settembre scorso dal Consiglio dei
Ministri bisogna leggerne con attenzione il testo e, soprattutto, i
riferimenti alle norme precedenti.
Prendiamo per esempio la questione del tempo pieno.
Il decreto è chiaro: ritorna sì
“l'organizzazione di classi funzionanti a tempo pieno, secondo il
modello didattico già previsto dalle norme previgenti al decreto
legislativo 19 febbraio 2004, n. 59” ma
“la predetta organizzazione è realizzata nei limiti della dotazione
complessiva dell'organico di diritto determinata con decreto del
Ministro della Pubblica Istruzione, di concerto con il Ministro
dell'Economia e delle Finanze, ai sensi dell'articolo 22, comma 2,
della legge 28 dicembre 2001, n. 448”.
Quest’ultima è una disposizione contenuta nella prima legge
finanziaria del Governo Berlusconi ; il comma 2 dell’articolo 22
stabilisce che il Ministro della P.I., di concerto con il Ministro
dell’Economia, emana il decreto sugli organici definiti secondo quanto
stabilito dal precedente comma 1: “le dotazioni
organiche del personale docente delle istituzioni scolastiche autonome
sono costituite sulla base del numero degli alunni iscritti, delle
caratteristiche e delle entità orarie dei curricoli obbligatori
relativi ad ogni ordine e grado di scuola”.
Va sottolineato che il testo del primo comma non fa alcun riferimento
alle richieste delle famiglie che, quindi, possono essere disattese se
le risorse finanziarie non consentono di attivare tutti i posti di
tempo necessari.
Il terzo comma del decreto del 5 settembre aumenta di 40milioni di
euro il finanziamento per i compensi ai commissari degli esami di
Stati: ottima scelta, visto che la previsione iniziale di 138 milioni
era del tutto sbagliata (ma c’è da chiedersi se al Ministero le
previsioni di spesa vengono fatte da tecnici esperti o da studenti al
primo anno di ragioneria); i 40 milioni comunque vengono ricavati
diminuendo “opportunamente” gli stanziamenti della finanziaria 2007
per obbligo scolastico, libri di testo gratuiti e nuove tecnologie.
Sulle spese per le supplenze per maternità si assiste poi ad un vero e
proprio gioco di prestigio: il decreto stabilisce che d’ora in avanti
tali spese saranno liquidate direttamente dal Ministero del Tesoro;
con quali soldi ? E’ ovvio: con i fondi disponibili su capitolo di
spesa del Ministero dell’Istruzione destinati al pagamento delle
supplenze temporanee. Per il 2007 il fondo verrà “tagliato” di
66milioni di euro. Alle scuole verranno quindi ulteriormente decurtati
gli stanziamenti per le supplenze brevi.
Ultima “chicca”: il decreto stabilisce che, in casi urgenti, il
dirigente scolastico potrà disporre l’utilizzo in altri compiti di
docenti “che risultino incompatibili con
l'esercizio della funzione educativa”; ma è difficile che
questa norma entri davvero in vigore, dal momento che poco oltre si
legge che “l'utilizzazione di cui al presente
comma è disposta sulla base di criteri definiti in sede di
contrattazione collettiva decentrata nazionale”.
A conti fatti, del decreto-legge del 5 settembre resta poco o nulla:
il tempo pieno si farà se ci sono risorse, le supplenza per maternità
saranno pagate dal Tesoro con soldi tolti alle scuole, i compensi
delle commissioni d’esame saranno liquidati lesinando alle scuole i
fondi per le attività didattiche ed il maggior rigore nei confronti
dei docenti sarà subordinato all’accettazione da parte degli stessi
rappresentanti sindacali dei docenti.