Scuole dell’obbligo.
Il Piemonte vieta i test psichici.

Una legge per dire basta agli psicofarmaci.

Maurizio Tropeano La Stampa del 31/10/2007

 

TORINO
I numeri sono impressionanti: in Piemonte sono oltre 4000 mila i bambini che assumono psico-farmaci mentre sarebbero oltre 10 mila quelli in età scolare che dimostrano segnali di iperattività o deficit di attenzione e che potrebbero diventare potenziali destinatari di terapie a base di sostanze psicotrope. Di fronte al rischio che un abuso di sostanze diventi un «concreto pericolo nel nostro paese» il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità una legge restrittiva.

Il Piemonte è la prima regione italiana a cercare di porre dei paletti nel tentativo di garantire «un corretto approccio terapeutico sui bambini». Due le linee di indirizzo principali. La prima: viene sancito il principio che il trattamento con gli psicofarmaci su bambini e adolescenti fino a 18 anni può essere praticato solo quando i genitori esprimono un consenso scritto libero, consapevole, attuale e manifesto. La legge, così, impone al medico di fornire, in forma scritta e illustrandola dettagliatamente, ogni informazione sull’eventuale trattamento farmacologico prescritto al minore. Nell’informativa devono essere descritti oltre ai vantaggi presunti, anche le informazioni in ordine agli effetti collaterali del farmaco consigliato, i possibili trattamenti alternativi e le modalità di somministrazione. L’assenso del genitore deve essere scritto ed allegato a ciascuna prescrizione del farmaco.

Il secondo paletto è legato al divieto di somministrazione di test o questionari relativi allo stato psichico ed emozionale degli alunni, all'interno delle scuole dell'obbligo di ogni ordine e grado della Regione. Gli interventi volti alla valutazione dello stato psichico del minore possono avvenire esclusivamente all'interno di strutture sanitarie pubbliche, individuate dalla Giunta sotto lo stretto controllo di operatori sanitari e con il consenso obbligatorio dei genitori.

Il testo nasce da un’iniziativa del consigliere di Alleanza nazionale, Gianluca Vignale, e del presidente del Consiglio, Davide Gariglio. Secondo Vignale e Sergio Cavallero (Sinistra Democratica) relatori della proposta di legge la necessità di norme chiare deriva dal fatto che «attraverso la somministrazione di test si è arrivati ad un aumento esponenziale delle diagnosi di iperattività, di deficit di attenzione e di altre patologie psichiatriche simili» con conseguenti lauti guadagni per le case farmaceutiche. Si parla di un giro d’affari mondiale di circa 20 miliardi di dollari. Per Vignale «la tutela dei minori ha sconfitto le logiche delle multinazionali». Secondo Paola Pozzi (ds) e Cristina Spinosa (Verdi) «in attesa di una legislazione nazionale sul problema la Regione sottolinea il ruolo fondamentale dei genitori nella tutela della salute dei figli».