Ritorno esami di riparazione:
ora si rischia il rinvio al 2009.

Calderoli accusa: «Iter improprio». Fioroni chiarisce, ma deciderà Senato

 La Stampa del 17/10/2007

 

ROMA
A due settimane dalla sua presentazione è oggi tornato a far discutere il decreto ministeriale n. 80 che di fatto obbliga gli studenti, già a partire dal 2008, a recuperare tutte le insufficienze entro l’inizio del nuovo anno scolastico: l’aula del Senato ha infatti approvato a larga maggioranza un ordine del giorno proposto dal vicepresidente dell’assemblea di palazzo Madama Roberto Calderoli sul ripristino improprio degli esami di riparazione.

Scontro Calderoli-Fioroni
«Il ministro Fioroni - ha spiegato il senatore della Lega - aveva surrettiziamente reintrodotto, chiamandoli in forma diversa, attraverso un semplice atto amministrativo come un decreto ministeriale, gli esami di riparazione, i famosi esami di settembre, cosa che aveva determinato la massiccia protesta del mondo studentesco». «Ma gli esami di riparazione - ha concluso Calderoli - sono stati aboliti per legge e quindi chiunque voglia reintrodurli deve far approvare una legge in tal senso da parte del Parlamento, che non può essere espropriato di questo potere decisionale». Immediata la riposta del ministro chiamato in causa dal dirigente leghista: rispondendo ad un question time alla Camera, Fioroni ha voluto fare chiarezza «sull’informazione distorta e sulle strumentalizzazioni che dipingono il nostro decreto come una reintroduzione degli esami di riparazione, abrogati nel 95».

Il problema della disponibilità dei docenti
«È obbligatorio - ha sottolineato il responsabile della Pubblica Istruzione - che le scuole si facciano carico di organizzare i corsi di recupero o gli interventi di sostegno per quegli studenti che a dicembre mostrano lacune in alcune materie, successivamente sono previste verifiche durante l’anno e a fine anno spetta al consiglio di classe decidere se le lacune sono state superate. È prevista anche un’ultima verifica prima dell’inizio dell’anno scolastico e in quella sede il consiglio decide se il debito è superato e quindi da diritto allo studente ad andare avanti oppure no». Fioroni ha aggiunto che il governo «ha stanziato circa 200milioni di euro per i corsi recuperi, dando incentivo ai docenti o con la possibilità di farli svolgere da nuovi laureati o insegnanti in pensione». Una precisazione, quest’ultima, che dissipa anche altri dubbi: malgrado il ministero abbia infatti elevato fino a 50 euro l’ora il pagamento delle lezioni di recupero dei debiti, attraverso il nuovo contratto firmato all’Aran pochi giorni fa, nelle scuole permangono non poche perplessità sull’effettivo interesse da parte dei docenti a dare la loro disponibilità nel condurli (soprattutto nei mesi estivi).

La maggioranza difende il ministro
Ma in difesa di Fioroni vi sono state anche altre dichiarazioni: ad inizaire da quella del viceministro della Pubblica istruzione, Mariangela Bastico, secondo cui «Calderoli parla impropriamente: nessuno ha reintrodotto esami di riparazione, ma solo l’obbligo del recupero dei debiti. Il decreto ministeriale - ha continuato la Bastico -definisce le modalità e i tempi di recupero dei debiti scolastici; quindi un decreto che tratta esclusivamente il recupero dei debiti, in ottemperanza con quanto previsto dalla nuova legge di riforma degli esami di Stato». Dello stesso tenore le parole del senatore dell’Ulivo, Andrea Ranieri, che ha anche votato contro la proposta della Lega: secondo il responsabile nazionale Ds per il sapere, il decreto ministeriale n. 80 è solo «una strategia concordata per il recupero dei debiti: non vorrei che questo sia un avallo - ha detto Ranieri - a che tale fattispecie si chiami d’ora in poi esame di riparazione».

Tutto rimesso in discussione
Sulla vicenda ha voluto dire la sua anche l’Unione degli Studenti, che pur apprezzando la «sensibilità rispetto alle nostre richieste di far discutere ed eventualmente approvare al parlamento le metodologie di recupero dei debiti formativi», ha ravvisato «una volontà da parte di alcune fazioni politiche di destra a strumentalizzare le nostre richieste e i nostri bisogni». In ogni caso, l’approvazione della proposta di Calderoli da parte di palazzo Madama ha rimesso tutto in discussione: nei prossimi giorni il decreto verrà valutato sia dalle commissioni competenti che dalla stessa aula del Senato. Se dovessero subentrare ulteriori dubbi o contestazioni sulle procedure, il nuovo sistema di debiti formativi rischierebbe seriamente di essere rinviato al prossimo anno scolastico.