Secondo il sondaggio di Repubblica Demos-Coop
il bullismo è un fenomeno nuovo che preoccupa
Mancano i fondi e il collegamento con il mondo del lavoro
continua ad essere insufficiente
Scuola, fiducia leggermente in calo.
Gli italiani la promuovono senza lode.
Ma per la grande maggioranza,
l'istruzione pubblica rimane uno dei pilastri fondanti del Paese
Luigi Ceccarini e Fabio Bordignon, la Repubblica
dell'1/10/2007
LA SUA immagine si è
leggermente appannata, negli ultimi anni, ma la scuola sembra comunque
tenere. Lo testimoniano i risultati della 15esima indagine
dell'Osservatorio sul Capitale Sociale, che ricostruisce gli
orientamenti e le valutazioni degli italiani sul sistema
dell'istruzione. È una scuola alle prese con vecchi e nuovi problemi,
quella descritta dallo studio realizzato da Demos-Coop: dalla cronica
mancanza di fondi allo scarso collegamento con il mondo del lavoro,
fino alla recente diffusione della violenza negli istituti.
È scesa la fiducia degli italiani nella scuola: era al 63%, alla fine
del 2003, mentre oggi si attesta al 54%.
Comunque, più di una persona su due, fra gli intervistati, la
considera un'istituzione su cui fare affidamento, e agli insegnanti va
la fiducia del 60%. Anche la scuola viene giudicata attraverso la
lente ideologica.
In passato, appariva maggiormente "bipartisan". Poi, soprattutto in
corrispondenza dei diversi cicli di riforma, si è colorata
politicamente. È diventata maggiormente "di destra", nel periodo
successivo alla riforma Moratti; mentre già oggi gli orientamenti
sembrano riflettere il cambio di maggioranza.
Calano anche gli indici di soddisfazione del servizio. Tuttavia,
l'istruzione pubblica continua ad essere valutata positivamente dalla
maggioranza dei cittadini e, in particolar modo, dagli stessi
"utenti": gli studenti e i genitori. L'indagine Demos-Coop, inoltre,
rileva grande accordo sulle novità introdotte, di recente, dal
ministro Fioroni: dal ritorno degli esami di riparazione (80%)
all'apertura degli istituti di pomeriggio (77%); dalla maggiore
attenzione dedicata ad alcune materie (come la matematica e
l'italiano) alle procedure più rapide contro gli insegnati
inefficienti o assenteisti (90%).
Va precisato che la scuola continua ad essere intesa e valorizzata
innanzitutto come scuola pubblica: gli istituti privati ottengono un
apprezzamento molto più basso. Le emergenze della scuola sembrano
richiamare i problemi già emersi dal sondaggio del 2004: la mancanza
di fondi (20%), innanzitutto, e lo scarso collegamento con il mondo
del lavoro (19%). I più giovani (15-19 anni) puntano il dito
soprattutto sul primo problema, mentre quelli della fascia successiva
(20-24 anni) sottolineano soprattutto la debolezza della funzione
"professionalizzante".
Un problema emergente riguarda invece la violenza negli istituti
(12%). Si registra una crescita del fenomeno del bullismo (66%). Se
aule e corridoi diventano luoghi sempre più insicuri, la
responsabilità viene però addossata quasi interamente alle famiglie:
nello specifico, alla mancanza di autorità da parte dei genitori
(66%). Questi ultimi, peraltro, secondo una percezione diffusa,
tendono ad assumere troppo "le difese" dei figli.