Sempre più in salita la strada per Lisbona.

da Tuttoscuola, 11/10/2007

 

Proprio quando l’Italia comincia a mostrare segni di miglioramento nei cinque livelli di riferimento europei del rendimento dell’istruzione, il nuovo metodo di monitoraggio, adottato dal Consiglio Europeo nel maggio di quest’anno, scopre nuove debolezze.

Il "Progress Report" relativo al 2007, reso pubblico la scorsa settimana, documenta buoni progressi nella riduzione dell’abbandono scolastico prematuro, nel completamento del ciclo di istruzione secondaria superiore e nel numero dei laureati in matematica, scienze e tecnologie, anche se i valori continuano a permanere tutti al di sotto della media europea. Il Rapporto raggruppa i 16 nuovi indicatori in grandi tematiche: equità, efficienza, modernizzazione del sistema educativo, apprendimento permanente, competenze chiave, e "impiegabilità".

Gli anni 2000-2005 in Italia sono caratterizzati da una sostanziale stagnazione del livello d’investimento per l’istruzione in relazione al PIL, rimasti costantemente sotto la media UE. Di contro l’efficienza del sistema scolastico sia in rapporto alle risorse finanziarie impiegate che a quelle materiali si è dimostrata piuttosto modesta. La scarsa attenzione allo sviluppo delle attività di formazione in servizio dei docenti, rilevata dal Rapporto, quale variabile cruciale del funzionamento dei sistemi scolastici, è probabilmente concausa ed effetto di tale disattenzione. Un docente che si aggiorna è in grado, a parità di altre condizioni, di utilizzare metodi d’insegnamento più efficaci del collega che non si aggiorna. Preoccupa la carenza di competenze informatiche che colloca l’Italia al terz’ultimo posto: il 56% della popolazione compresa nella fascia 16-74 anni non ha mai usato un computer.