Tanti immigrati, pochi docenti.
Cinzia Gubbini da il
manifesto del 25/10/2007
Roma
E' la scuola definita «pioniera» nella pratica dell'intercultura a
Roma, e forse persino in Italia. La scuola Di Donato, quartiere
Esquilino, è uno degli istituti con il più alto numero di alunni con
cittadinanza non italiana della capitale, anche grazie alla sua fama
di buona capacità di accoglienza. Qualche numero: 59% di alunni
stranieri nella primaria (76% dei quali nati in Italia); 78% alle
medie (39% nati in Italia).
La Di Donato conta decine di articoli, citazioni, visite istituzionali
e presenze nei convegni. Ma questo non la salva dal soffrire degli
stessi identici mali delle altre scuole pubbliche. In particolare -
per gli alunni che quest'anno frequentano la prima classe - la
mancanza di insegnanti per garantire il tempo pieno. Sulle tre sezioni
aperte ruotano dall'inizio dell'anno quattro insegnanti «e mezzo»
(cioè uno spezzone di 11 ore). Le compresenze tra i docenti, vero
valore del tempo pieno, sono una chimera. Il venerdì si esce alle
15,30, per assicurare che negli altri giorni si arrivi fino alle 16.
Risultato: diversi genitori stanno pensando di non riconfermare le
iscrizioni a gennaio. Dice ad esempio una delle mamme, Francesca Cima:
«Già lo scorso anno ci chiedevamo se fosse il caso di rimanere. Perché
questa è una scuola bellissima, con grandi potenzialità, ma anche
abbandonata a se stessa. Poi, in tanti genitori, abbiamo scelto di
restare proprio per dare una speranza. Ma è stata una delusione. Per
non parlare delle classi in cui ci sono pochissimi bambini italiani e
molti bambini stranieri - dice la mamma - anche lì c'è un problema di
integrazione, perché i bambini della stessa nazionalità tendono
ovviamente a fare gruppo a sé. Ma c'è scarsa attenzione». La preside
della scuola, Alba Zuccarello, spera di poter risolvere al più presto
la situazione: «Proprio in questi giorni dovrei avere la conferma di
otto ore, forse addirittura dieci, in più a disposizione. Il che
permetterebbero di coprire le tre classi, anche se ovviamente non
potranno essere garantite le compresenze. Per quelle avremmo bisogno
di 22 ore aggiuntive. Tuttavia non mi sento di dire che la nostra
scuola sia abbandonata: quest'anno ho ottenuto una sezione in più di
tempo pieno alla scuola dell'infanzia». Certo, la Di Donato non ha
problemi diversi dal resto del mortificato universo scolastico. Ma chi
convive con maggiori complessità non dovrebbe essere trattato con un
occhio di riguardo?