Un contratto che ci mantiene
lontani dall'Europa.

da Tuttoscuola News n. 310, 15/10/2007

 

L'Associazione Docenti italiani (www.adiscuola.it) prende le distanze con toni fortemente critici dal recente accordo per il rinnovo del contratto scuola, sia per quanto riguarda gli aspetti retributivi che per quelli normativi.

L'ADi rileva che con questo contratto, ignorando una vecchia raccomandazione dell'Unesco, ".. noi rimaniamo i soli in Europa ad avere scatti ogni 6/7 anni (altrove sono annuali, biennali e solo eccezionalmente triennali) e ad avere una percorrenza di carriera di 35 anni, altrove si va da un minimo di 9 a un massimo (in pochi casi) di 30 anni."

"L'effetto combinato di questi due meccanismi - rileva l'Adi che non nasconde una critica ai sindacati poco attenti a questo problema - determina la maggiore differenziazione negativa delle nostre retribuzioni rispetto a quelle degli altri Stati a partire dai 15 anni di anzianità."

Per la parte normativa la critiche non sono da meno: siamo alle solite, il nulla, dice l'ADi.

Come ormai avviene da 20 anni, anche in questo contratto le parti si impegnano "in sede contrattuale" a "forme, modalità, procedure e strumenti d'incentivazione e valorizzazione professionale e di carriera degli insegnanti".

"Per piacere - supplica l'Associazione - desistete da questo impegno una volta per tutte!"

Questi elementi fanno parte dello stato giuridico dei docenti, ed è ora che se ne occupi il Parlamento e il Governo faccia la sua parte.

Infine, l'ADi esprime preoccupazione per l'aumento di poteri della RSU di istituto che, a suo parere, va "a scapito dell'autonomia professionale dei docenti soprattutto nella loro espressione collegiale, e della funzione dirigenziale, sempre più sospinta verso attività gestionali sindacal-burocratiche, e sempre meno verso la funzione fondamentale di leadership educativa."