Fissato il principio, il contratto scuola rinvia
Soldi di gran carriera. La produttività della scuola influenzerà gli stipendi dei prof. da ItaliaOggi del 9/10/2007
Niente concorsone (la selezione pubblica di berlingueriana memoria), niente promozioni assegnate dai dirigenti (idea accarezzata dal ministero morattiano). La carriera degli insegnanti dipenderà dal rendimento degli alunni e dallo svolgimento di attività aggiuntive collegate al piano dell'offerta formativa. Sono questi i due canali attraverso i quali sindacati e governo si sono impegnati a realizzare l'agognata differenziazione salariale.
Il contratto scuola, varato nella notte di
domenica scorsa, non è andato molto oltre questi due principi (si
vedano le anticipazioni di ItaliaOggi di martedì scorso). Stretti tra
la necessità di varare in fretta il contratto 2006-07, per prendere al
volo il treno offerto dal decreto legge collegato alla Finanziaria, di
mettere al riparo un risultato certo contro l'incalzare degli eventi
(che già vedono profilarsi un nuovo sciopero contro il governo per la
mancanza di risorse per il rinnovo del 2008/09), e di riservarsi
comunque spazi di ulteriore intervento su un tema storicamente
incandescente, le parti hanno per il momento preferito rinviare a un
nuovo round la definizione dei meccanismi di funzionamento. Anche
facendo affidamento sul fatto che, per questa voce, possano esserci
ulteriori, specifici stanziamenti. Quelli a oggi esistenti sono stati
riversati in larga misura sullo stipendio base che, una volta
incassate le risorse previste dalla Finanziaria 2008, avrà un aumento
del 4,85% per il biennio 2006/7. Trovano anche copertura i corsi per
il recupero degli studenti delle superiori con debiti: i docenti di
ruolo che decideranno di sobbarcarsi anche questo onere riceveranno 50
euro l'ora (al lordo delle tasse), contro i 28 attualmente previsti.
In sede di contrattazione integrativa nazionale,
precisa l'articolo 31 del contratto, «saranno definite modalità e
criteri di utilizzazione di eventuali risorse aggiuntive per le scuole
che, sulla base di valutazioni oggettive operate dal sistema nazionale
di valutazione, tengano conto delle condizioni iniziali di contesto
finalizzate all'elevazione degli esiti formativi». L'obiettivo è di
premiare i docenti che si impegnano di più in classe, attraverso
attività aggiuntive al piano dell'offerta formativa, oppure attraverso
progetti di innovazione o di ricerca, e che comunque producono un
innalzamento della produttività della singola scuola. Incognita degli aumenti
Gli importi degli stipendi dei docenti e dei non
docenti potranno diminuire se, tra due anni, alla scadenza del
prossimo contratto, prevista già a dicembre 2007, lo stato non dovesse
avere i soldi per continuare a pagare gli stessi importi. E
l'indennità di vacanza contrattuale non potrà essere più pagata se non
sarà stipulato un accordo ad hoc tra Aran e sindacati. Sono queste
alcune delle novità più importanti contenute nel nuovo contratto
(articolo 1, commi 4 e 5) che è stato firmato il 7 ottobre scorso dai
rappresentanti del governo e dei sindacati. L'accordo prevede aumenti
medi di 60 euro netti al mese ai quali faranno seguito anche gli
arretrati: circa 400 euro medi al netto delle trattenute. Le tabelle
con tutti gli aumenti sono sul sito
www.italiaoggi.it Firma subito o niente soldi
Gli incrementi retributivi, peraltro, sono
garantiti dal fatto che è già stato varato un decreto legge (159/2007)
che rende disponibili le risorse necessarie. E la fretta con la quale
le parti hanno dovuto chiudere l'accordo è dovuta al fatto che il
decreto legge prevede che gli stanziamenti potranno essere disponibili
solo «per il personale delle amministrazioni dello stato destinatario
di contratti collettivi nazionali relativi al biennio 2006-2007
definitivamente sottoscritti entro il 1° dicembre 2007». E dunque, se
il contratto non fosse stato siglato entro il 7 ottobre, l'accordo non
avrebbe avuto il tempo di terminare l'iter di approvazione presso gli
organi controllo. E si sarebbe giunti alla sottoscrizione definitiva
dopo il 1° dicembre. Insomma, oltre il tempo massimo fissato dal
decreto legge per fruire dei relativi benefici per l'anno in corso. E
a quel punto il contratto non avrebbe più ottenuto la copertura
finanziaria. Sicuri, ma solo per il 2006/2007
In buona sostanza, dunque, l'Agenzia per la
rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) ha
messo le mani avanti: gli aumenti previsti dal nuovo contratto ci
saranno. E le relative spettanze saranno corrisposte calcolandole sui
24 mesi di cui si compone il biennio economico di riferimento:
2006/2007. Ma dopo il dicembre 2007, se il governo non dovesse più
avere i soldi per sostenere i relativi oneri, gli stipendi potrebbero
anche diminuire. Si tratta, peraltro, di un'ipotesi meramente astratta
che, però, è espressamente prevista nel nuovo contratto, grazie al
recepimento dell'articolo 48, comma 3 del decreto legislativo 165/2001
che dispone tale possibilità. Recepimento che è avvenuto nell'articolo
1, comma 4, del nuovo testo negoziale siglato il 7 ottobre. Indennità di vacanza più difficile
Il nuovo contratto rende più difficile anche la
possibilità di incassare l'indennità di vacanza contrattuale: una
forma di ristoro patrimoniale che consente ai lavoratori di entrare in
possesso di una parte della perdita del potere di acquisto del salario
connessa all'inflazione, dovuta agli eventuali ritardi nella stipula
dei contratti. Mentre prima l'incasso delle spettanze poteva avvenire
con un semplice decreto ingiuntivo, con le nuove norme contrattuali
ciò potrà avvenire solo tramite la stipula di un apposito accordo con
i sindacati. Insomma, ci vorrà un contratto anche per l'indennità di
vacanza contrattuale. E se l'amministrazione non vorrà stipularlo, i
lavoratori non potranno più ottenerla. Queste le novità sulle
questioni retributive generali. I soldi in busta paga
Veniamo ora ai soldi che andranno realmente
nelle tasche dei lavoratori. Gli aumenti medi saranno: circa 70 euro
netti a testa per i docenti e 50 euro per gli Ata. Una cifra che non
copre la perdita del potere di acquisto dei salari intervenuta in
questi ultimi anni. Quanto agli arretrati netti, dovrebbero aggirarsi
intorno ai 500 euro netti per i docenti e 350 per gli Ata. Per quanto
concerne i docenti, sono stati introdotti incrementi retributivi anche
per le attività aggiuntive. La novità assoluta è l'introduzione di un
emolumento ad hoc per retribuire le ore di insegnamento nei corsi di
recupero, in vista dell'entrata a regime degli esami di riparazione.
Quanto agli importi, è stato previsto il pagamento di 50 euro per ogni
ora di insegnamento nei corsi di recupero, di 35 euro per le ore
aggiuntive di insegnamento e di 17,50 euro per ogni ora in più di
attività funzionale all'insegnamento. |