Roma, la contestazione sul decreto dei debiti formativi

Fioroni fischiato al liceo
"Sugli esami doveva sentirci".

Il 42% ha un giudizio di insufficienza Stanziati 200 milioni di euro

Mario Reggio la Repubblica del 23/10/2007

 

ROMA - Non si ferma la contestazione degli studenti al ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni. Ieri mattina è stato fischiato da un gruppo di giovani del liceo scientifico "Morgagni" di Roma. Il problema: la presunta riesumazione degli esami di riparazione per la verifica dei "debiti formativi". Gli studenti accusano il ministro di non averli consultati prima di prendere questa decisione. La contestazione è iniziata fuori dalla scuola, fischi e slogan contro il ministro. Poi, una delegazione di liceali ha chiesto di avere un confronto diretto. Giuseppe Fioroni non si è sottratto al vis à vis: «Ogni volta che c'è stata un'occasione di dialogo non mi sono tirato indietro. C'è un forum degli studenti con il quale il confronto è aperto e che dovrebbe fare da cerniera con tutto il mondo studentesco. Voi siete milioni, il ministro è uno solo».

Nel '94, primo governo Berlusconi, l'allora ministro dell'Istruzione Francesco D'Onofrio decide di abolire con un decreto gli esami di riparazione. Il governo cade e toccherà a Giancarlo Lombardi, governo Dini, subentrato a viale Trastevere, di portare in Parlamento e far approvare il decreto. Nascono i debiti formativi, il sei rosso, con l'obbligo, comunque, che vengano recuperati dagli studenti. Passano gli anni. I docenti disertano numerosi i corsi recupero: 20 euro l'ora non sono appetibili. Gli studenti colgono l'occasione per passare tranquillamente le vacanze estive. Risultato: il 42 per cento dei giovani delle superiori, nel corso degli ultimi 13 anni, hanno accumulato i "debiti formativi" e pochi di loro hanno recuperato il ritardo. Dati impressionanti, che riguardano soprattutto la matematica, vero buco nero del nostro sistema scolastico. Il ministro Fioroni decide di agire. Firma il decreto che fissa i tempi e i modi del recupero dei debiti e mette nel piatto 200 milioni di euro. Al termine del primo quadrimestre gli studenti che hanno l'insufficienza devono frequentare i corsi di recupero organizzati dalla scuola. Per i docenti ci sono 50 euro l'ora. Allo scrutinio di fine anno il prof relaziona al consiglio di classe sugli esiti individuali. Se lo studente ha recuperato tutto, bene. Altrimenti si prosegue durante l'estate. Scatta a quel punto l'opportunità per le famiglie di scegliere i corsi gratis della scuola o le lezioni private. Entro il 31 agosto, in base ai risultati dei corsi di recupero, il consiglio di classe decide se l'allievo è in condizione o meno di proseguire. Poco a che vedere con i vecchi esami di riparazione. «La scuola non fa il proprio dovere se pensa solo di liberarsi degli studenti che hanno più difficoltà - afferma Fioroni - mandandoli avanti comunque. Deve invece fare di tutto per colmare le differenze sociali, per permettere ai giovani che arrivano dalle famiglie "povere" di avere gli stessi strumenti di conoscenza e di sapere di chi viene da classi sociali abbienti».