Voglia di scuola familiare/1.
Ora anche in Italia?

da Tuttoscuola News n. 308, 1/10/2007

 

In Italia la scuola familiare, gestita al di fuori di strutture scolastiche pubbliche o private, non ha un presenza significativa e, dai dati ufficiali, non raggiunge nemmeno livelli da rilevazione statistica.

Ma, come da diverso tempo sta succedendo in alcuni Paesi occidentali, tra cui gli USA, dove aumentano le famiglie che provvedono in proprio all'istruzione dei figli, anche in Italia il fenomeno potrebbe prendere piede.

è di questi giorni la notizia di un gruppo di famiglie della provincia di Rimini che ha deciso di non iscrivere i propri figli ad alcuna scuola, statale o privata, e di provvedere in proprio, come consente la legge, con la cosiddetta "istruzione paterna", prevista fin da quando un secolo e mezzo fa venne introdotto l'obbligo scolastico.

Si tratta di venti famiglie della Valconca che si sono improvvisate docenti dei propri figli (venti in tutto) in età di scuola primaria (4 di prima e 5 di seconda), di scuola media (cinque) e di secondaria superiore (altri cinque).

La loro decisione, che si aggiunge ad alcune altre esperienze italiane isolate, potrebbe aprire prospettive nuove anche in Italia.

La decisione ufficiale della scelta delle famiglie riminesi sembra essere stata quella della distanza dalla sede dell'istituto comprensivo della zona, ma la ragione vera è forse un'altra. Le famiglie hanno dichiarato, infatti, di volere dare ai propri figli una educazione cristiano-cattolica e non hanno nascosto la propria sfiducia nella scuola pubblica, perchè non lascerebbe spazio alle famiglie e non darebbe conto in modo trasparente di come conduce la propria attività.

Chi sceglie l'istruzione paterna o familiare, contrariamente a quanto avrebbero dichiarato alla stampa i genitori riminesi, deve però annualmente sottoporre ad esame di idoneità i propri figli presso una scuola statale o paritaria, come ha precisato più volte recentemente il Ministero della pubblica istruzione.