Ritorno alla severità sì,
ma tutelando le fasce deboli.

da Tuttoscuola, 20/10/2007

 

Sul recupero dei debiti, sul ripristino dell’esame di riparazione, sul recupero di severità della scuola pubblica (commissioni d’esame miste, tabellone, giudizio di ammissione all’esame di terza media, stretta sui privatisti, ecc.), tutti obiettivi su cui si sta spendendo il ministro Fioroni riscuotendo un elevato consenso, c’è anche chi avanza riserve di metodo e di merito.

Lo fa con un intervento dalle colonne del Resto del Carlino l‘ex-direttore generale Enzo Martinelli, che, pur condividendo le preoccupazioni del ministro, ritiene che gli interventi proposti finiscano per ottenere l’effetto opposto di quella lotta alla dispersione che dovrebbe essere l’obiettivo primario dell’Italia dopo Lisbona.

A pagare per questo ritorno di severità saranno, dice Martinelli, le fasce più deboli di studenti, quelle, per capirci, che "escono licenziati dalla scuola media anche se privi di adeguate conoscenze di base", per finire in buona parte (almeno il 40%, secondo una stima di Martinelli) negli istituti tecnici e professionali).

"Se la mission della scuola primaria e media – dice Martinelli – è l’inclusione, risulta del tutto contraddittorio il provvedimento che il Ministro ha fatto per elevare l’obbligo scolastico a 16 anni".

Per mantenere "inclusivo" il sistema scolastico, secondo Martinelli, "occorrono reali interventi di sostegno all’apprendimento e percorsi flessibili e diversificati, oltre che tra loro comunicanti..."

Progetti e percorsi peraltro previsti nella legge Finanziaria 2007 che ha elevato l’obbligo di istruzione.